Napoli rende omaggio al suo re: Diego Armando Maradona. Il sindaco De Magistris ha consegnato al Pibe de Oro la cittadinanza onoraria. "Sono cittadino da quando sono arrivato a Napoli - ha detto Maradona -. Nessun popolo mi ha voluto così bene quanto i napoletani". "Diego ha fatto sognare i tifosi napoletani e poi ha trasformato i sogni in realtà, per questo merita la cittadinanza onoraria", ha dichiarato il primo cittadino. Poi la festa in Piazza Plebiscito.
Maradona ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco Magistris in Comune, a Palazzo San Giacomo. Un atto formale, seguito da una vigorosa stretta di mano e da grandi attestati di stima reciproci. "Oggi consegniamo la cittadinanza onoraria a Diego Armando Maradona - ha dichiarato il primo cittadino -. Condivido le parole dette da Diego ieri riguardo al fatto che è napoletano da sempre". "Oggi accade una cosa ancora più importante - ha aggiunto -. La sostanza si unisce alla forma". "Diego ha fatto sognare i tifosi napoletani e poi ha trasformato i sogni in realtà, per questo merita la cittadinanza onoraria - ha concluso -. Oggi le polemiche si dissolgono. Resterai per sempre il nostro numero 10. Adesso sarai ufficialmente un cittadino napoletano, Diego, tu che sei il calciatore più grande di tutti i tempi".
Commosso e felice, Maradona ha accolto con grande onore l'onoreficenza: "Sono cittadino da quando sono arrivato a Napoli". "Ringrazio il sindaco De Magistris per avermi messo in mezzo a tutto questo e voglio ringraziare tutta Napoli, perché io giro il mondo e vedo sempre scritte col mio nome in questa città - ha aggiunto il Pibe de Oro -. Nessun popolo mi ha voluto così bene quanto i napoletani". "Grazie anche a quelli che non volevano che io diventassi cittadino napoletano, perché così si dimostra che questa è una democrazia e possiamo parlare di tutto - ha proseguito Diego -. Vogliamo dimostrare di aver fatto qualcosa per questa città".
Dopo l'omaggio a Eduardo De Filippo e Pino Daniele, con l'intervento di Lina Sastri, sul palco di Piazza Plebiscito è salito Maradona. Osannato dalla folla, Diego ha preso subito la parola ringraziando tutti. "Voglio ringraziare il sindaco e la gente che ha fatto sì che io diventassi un cittadino come voi - ha spiegato -. Lo sono stato sempre. In Italia si deve fare tutto con un pezzo di carta, si dimenticano del cuore".
"Per quello noi napoletani quando andiamo a giocare da altre parti soffriamo il razzismo - ha proseguito -. E' una cosa di cui parlare con Infantino, perché siamo tutti uguali. L'ho vissuto in carne ed ossa, personalmente, ed il napoletano viene discriminato". "La prima volta che sono stato al San Paolo me ne sono andato via piangendo - ha continuato -. Ma me ne sono andato piangendo anche quando me ne sono andato nel 1991. Non ho parole, dovunque vada io mi viene detto: 'Diego, chi ama non dimentica!'".
"Sono da sempre un vostro fratello- ha concluso, prima di congedarsi -. Sono commosso perché Napoli, dopo trentatré anni, mi fa cittadino. Però, ripeto, mi sono sentito napoletano sempre".