Solomon Nyantakyi, il 21enne ghanese fermato a Milano dalla polizia per il duplice omicidio avvenuto a Parma, ha confessato di aver ucciso a coltellate la madre e la sorellina. Il giovane, ex giocatore del Parma (con Donadoni in panchina era stato più volte convocato in prima squadra) risultava irreperibile dal ritrovamento dei corpi. Il pm sha predisposto il decreto di fermo nei suoi confronti. Di lui ha parlato Cristiano Lucarelli, suo allenatore nelle giovanili del club emiliano: "Taciturno e solitario, soffriva di depressione".
Il 21enne è stato fermato martedì sera dalla Polfer alla Stazione Centrale di Milano. Gli agenti lo hanno riconosciuto e bloccato. Stava facendo ritorno da Londra, dove si era trasferito per lavoro da circa un mese e mezzo, Fred Nyantakyi, padre dei tre ragazzi e marito della donna uccisa.
"Sono senza parole: Solomon era un ragazzo pacifico e molto taciturno, non avrebbe mai fatto male a una mosca. Ma ha sofferto di depressione". Lo racconta Cristiano Lucarelli, ex attaccante del Livorno e della nazionale, che allenò Solomon Nyantakyi nelle giovanili del Parma. "In un anno, lo sentii parlare due volte - ha dichiarato all'Ansa - sapevo dei suoi problemi, e l'ho chiamato in Lega Pro al Cuiopelli un anno fa. Ma dopo quindici giorni di ritiro è voluto andare via, gli mancava la famiglia. Dal suo comportamento introverso nelle giovanili del Parma si vedeva che aveva dei problemi, però mai, mai, mai l'ho visto alzare la voce, litigare con qualcuno, avere una reazione scomposta. Era ipereducato".
Di Solomon ha parlato anche l'altro Lucarelli, Alessandro, capitano del Parma anche negli anni in cui il giovane ghanese si aggregò alla prima squadra in A. "Anche io avevo sentito parlare della sua depressione. Era molto tranquillo, un po' chiuso, non legava con nessuno in particolare: qualcosa di singolare tra i suoi coetanei, specie i ragazzi africani molto estroversi. E ora questa cosa incredibile...".
"Ricordo Solomon, si allenava con noi del Parma e lo portai in prima squadra, in panchina, più di una volta", ha raccontato invece Roberto Donadoni, ora tecnico del Bologna, "Non è facile inquadrare il carattere di un giovane calciatore in una squadra di A, ma ricordo che era un ragazzo tranquillo, anzi direi taciturno. E se davvero è stato lui, è difficile capire cosa possa essere passato per la sua testa: come si può arrivare a un gesto simile, cosa ti passa per la testa".