Grande di Spagna, amico personale di Re Juan Carlos, eroe di un'era romantica e terribile del motociclismo, quella che ha portato via tanti campioni. Lui aveva lasciato con qualche segno e 13 titoli mondiali, anzi 12 + 1, come pretendeva, scaramantico da far paura, tanto da salutare la compagnia e andarsene se si ritrovava ad una tavolata con 13 persone. 90 i gran premi vinti, tutti salutati da una sigaretta, altri tempi altre storie, quelle che lui amava raccontare senza risparmiarsi ricordando ogni piccolo particolare.
Era diventato uno di noi, commentatore televisivo con la marcia in più di un'esperienza mostruosa, un maestro senza presunzione perché nella sua grandezza abitavano semplicità, umiltà. Era un grande piacere passare qualche ora con lui, gli aneddoti si sprecavano, si imparava sempre qualcosa. Sembrava ce la potesse fare, stavolta, i medici erano fiduciosi, stavano per risvegliarlo dal coma indotto, poi il tracollo improvviso. El Cabron, Imperatore delle piccole cilindrate, secondo solo a Giacomo Agostini per numero di titoli conquistati, ci ha lasciato a 70 anni, con tante storia ancora da raccontare.