Lo avevano detto un po' tutti: il primo effetto dell'affare Psg-Neymar sarà il conseguente aumento di tutti i prezzi. Quindi vale tutto e non fanno nemmeno troppo effetto le dichiarazioni di Hans-Joachim Watzke, amministratore delegato del Borussia Dortmund, ai microfoni di Eurosport: "Cento milioni dal Barcellona per Dembelé? Per la società quella somma è troppo bassa, stesso discorso anche per Aubayemang". Insomma, di incedibile non c'è nessuno ma se ormai vale tutto, vale anche questo lievitamento dei costi. Per capirci: un mesetto fa dalla Cina era arrivata al Dortmund un'offerta - accettata - per Aubameyang da 80 milioni. Oggi, a una manciata di giorni dal 222 milioni sborsati dal Psg per O'Ney quella cifra non vale più. O almeno non vale fino a prova contraria.
Su queste basi è evidente che il Milan non possa e non voglia sedersi attorno a un tavolo con il club tedesco. Eppure da più parti, anche se facendo filtrare il meno possibile, si parlava di trattativa in corso e di contatti costanti tra i due club. Quindi che succede adesso? Si registrano le novità, una dopo l'altra, come in un gioco di incastri che accosta ogni pezzo di un puzzle all'altro. In ordine temporale, quindi, eccole le ultime sul fronte Milan-PEA: prima il volantino cinese, non si sa quanto originale, delle "scuole calcio" rossonere con un giovanissimo Aubameyang tra i giovani esplosi nel vivaio cui ispirarsi; quindi qualche like qua e là del giocatore sui social a chi ne chiedeva il ritorno al Milan; infine le parole, fresche fresche, del fratello Willy: "Tornerà? Non dipende da noi. Vuole tornare? Non posso rispondere". Il tutto a stretto giro di posta da un'altra dichiarazione, questa volta made in Mirabelli, che faceva quanto meno riflettere: "Nella vita non si mai che qualche vecchia conoscenza di ex giocatori del Milan possa tornare, non voglio alludere a Ibrahimovic, non è questo il caso, siamo con i piedi per terra, valuteremo bene le cose che dobbiamo fare e questo lo faremo dopo Ferragosto".
Insomma, tutto lasciava pensare che il Milan il suo attaccante lo avesse scelto e che il famoso colpo in canna da non sbagliare - questa volta le parole sono di Fassone - potesse essere proprio Aubameyang. Sembrava ma forse non è. Questa volta sono le parole del giocatore a fare la differenza. L'intervista è al settimanale Welt am Sonntag: "Il mio futuro? Rimango qua, sono molto felice, a Dortmund mi sento a casa". Aggiungendo però che "nessuno può dire cosa mi riserva il futuro. Recentemente ho parlato con la dirigenza dicendo che un giorno mi riservo ancora il desiderio di cambiare città e provare qualcosa di diverso nel mondo del calcio". Discorso chiuso quindi? Forse.
Poi ci sono gli altri e per tutti c'è qualche possibilità accompagnata da qualche controindicazione: Diego Costa, l'altro uomo nel mirino, non sembra aver troppa voglia di Milan. Ibra, reduce dall'infortunio al ginocchio e per il quale, toccherebbe comunque aspettare qualche mese per vederlo in campo. Kalinic, in risalita e legato a Ibra. Falcao, che difficilmente il Monaco lascerà partire dando già per scontato l'addio di Mbappé. E infine Belotti, che Cairo non molla per meno di 100 milioni. La rosa è sempre la stessa e le oscillazioni verso l'uno o l'altro obiettivo sono minime e giornaliere. Il cerchio lentamente si stringe e il colpo in canna resta sempre uno solo. Da non fallire, ripetono da Casa Milan. Già, da non fallire.