L'assalto alla casa Blanca fallisce ancora. In Europa il Real Madrid non sembra avere rivali: due Champions consecutive e ora anche due Supercoppe europee consecutive, la quarta nella storia madridista. Nella torrida notte macedone la sfida tra due super potenze del calcio mondiale è decisa dalla prepotenza qualitativa della squadra di Zidane che eguaglia l'impresa del Milan di Sacchi capace di sollevare la Supercoppa per due anni di fila nel '98 e nel '90. Nella terra di Alessandro Magno riposa Cristiano Ronaldo, tenuto in panchina per quasi tutto il match, ma la tecnica degli uomini di Zidane è netta e prevale su uno United scollato e generoso solamente nel finale.
Per il primo atto che rialza il sipario sulla stagione internazionale l'incrocio tra i detentori della Champions League e i vincitori dell'Europa League è una sorta di attacco al potere. Josè Mourinho, ex al veleno senza troppi rimpianti, ha ammesso alla vigilia la superiorità qualitativa degli avversari e un favore del pronostico tutto dalla parte dei Blancos, unico club con il quale il portoghese non ha vinto titoli europei (una Liga, una Coppa del Re e una Supercoppa spagnola per il Madrid con lo Special One in panchina dal 2010 al 2013). Per provare a buttare giù dalla torre il "tecnico prodigio" Zidane, Mou si affida a un 4-3-3 dove trovano spazio i colpi estivi Matic (in cabina di regia) e "mister 85 milioni" Lukaku in avanti assieme a Lingard e Mkhitaryan. Il Real si presenta quasi con lo stesso abito indossato a Cardiff nella finale vinta contro la Juve: quasi, perché l'unico grande assente, e non è poco, è Cristiano Ronaldo, in panchina avendo solo un paio di allenamenti sulle gambe. Zidane lancia allora Isco alle spalle di Benzema e un Bale con valigia e biglietto aereo in mano, molto probabilmente proprio per Manchester.
E' subito intensa ed equilibrata la sfida dell'Arena Filippo II. La squadra di Mourinho parte convinta, palleggia bene e cerca di andare in verticale per Mkhitaryan, che si muove tantissimo tra le linee, e Lukaku che inizia a fare a sportellate con la difesa madridista. Ma quando il Real decide che è ora di accelerare, la qualità immensa del gruppo di Zidane si vede eccome: non a caso le occasioni più pericolose sono firmate da Bale e Casemiro, fermato dalla traversa. La banda di Zizou inizia a prendere campo e i Red Devils hanno già il fiatone e vanno in affanno. La logica conseguenza del pressing furioso degli spagnoli è il vantaggio firmato Casemiro, tra i più propositivi dei suoi, che incrocia al volo un assist perfetto di Carvajal dopo che i blancos si erano impossessati di prepotenza del centrocampo. E l'atteggiamento dei campioni non cambia mettendo in mostra un possesso palla da Play Station che stordisce i Red Devils. Lo United resta troppo basso e timido anche quando le folate Real vanno in fisiologica diminuzione. Anche senza il pallone d'Oro (in carica e futuro) in campo il Madrid gioca a memoria ed esprime una tecnica sopraffina al contrario di un Manchester ancora troppo "slegato", dotato di minor qualità e personalità, e capace di reggere soli i pimi 15 minuti.
Musica e testo non cambiano nella ripresa con Kroos e Marcelo che sfiorano il raddoppio nel giro di pochi minuti e il portentoso centrocampo madridista che ricomincia a macinare possesso. La manovra del Real è tanto bella quanto fluida e il raddoppio ne è il manifesto con Benzema che fa ciò che vuole a sinistra e Isco che triangola con Bale (irridendo con estrema facilità la difesa degli inglesi) prima di infilare De Gea. Ma quando i Red Devils sembrano a un passo dal baratro (con Bale che centra la traversa) ci pensa Lukaku, dopo essersi divorato un'occasione precedente, a insaccare una corta respinta di Navas e a dare un senso alla gara, oltre che morale alla sua truppa, rivitalizzata anche dagli ingressi di Rashford e Fellaini. Il finale è infuocato perché gli spagnoli sono meno lucidi, accusano anche un po' di stanchezza, e gli inglesi risultano generosi e combattivi oltre i loro limiti. C'è spazio anche per un CR7 fino a quel momento spettatore ma la gara non cambia il suo corso: Rashford sfiora il pari ma anche il Madrid in contropiede rischia più volte di chiudere i conti. Il 2-1 finale rende giustizia alla superiorità del Real e lascia Mourinho a secco, di rivincite e Supercoppe (tre finali perse per il portoghese). L'Europa è ancora terra di dominio per Sergio Ramos e compagni. Un dominio netto e incontrastato.
Casemiro 7,5 - Non c'è CR7? Ci pensa lui: una traversa, sempre pericoloso al tiro e un gol che sblocca e indirizza la gara. In più corre, copre e difende
Navas 6 - Non sembra impeccabile sul tiro di Matic che respinge centrale favorendo il tap-in di Lukaku. Ma si riscatta con un miracolo su Rashford che evita il 2-2
Lukaku 6,5 - Non tradisce. Ci mette il fisico, fa a sportellate e lotta sempre. Si divora un gol che potrebbe riaprire il match ma poi lo realizza dopo pochi minuti come un vero falco d'area
Matic 5,5 - Titolare a sorpresa in cabina di regia ma è fuori dal gioco e dagli schemi. Da una sua conclusione nasce il gol del 2-1 ma è un lampo isolato