C'è grande delusione nelle parole di Davide Cassani. Il Mondiale di Bergen per l'Italia si chiude con la medaglia di legno di Matteo Trentin. Mi dispiace, perché si sono create diverse situazioni che ci avrebbero potuto portare qualcosa di più - ha spiegato il ct azzurro - Questo quarto posto non ci soddisfa, ma i ragazzi sono stati bravi. Ha vinto Sagan che è il più forte. Trentin meritava un posto sul podio".
Cassani è rammaricato per l'azione di Moscon non andata a buon fine. "Si sono create diverse situazioni che ci avrebbero potuto portare qualcosa di più A cominciare dall’azione di Gianni Moscon e Alaphilippe. Fossero andati insieme forse avrebbero raggiunto il traguardo. Gianni è stato molto bravo: è caduto, ha cambiato la bici, è stato pronto a rientrare e a recuperare. Nel momento decisivo era lì, a giocarsi le sue carte".
In quattro mondiali il ct ha collezionato piazzamenti sempre migliori. Lo scorso anno il quinto posto di Nizzolo, oggi il quarto di Trentin. "Già dallo scorso anno sapevamo che sarebbe stata una gara complicata, nella quale nessuna squadra avrebbe potuto controllare. Ci hanno provato i belgi, i norvegesi, i polacchi, ma alla fine ha vinto sempre Sagan, che è forte, il più forte".
È stato uno degli azzurri migliori, nonostante la caduta. Nel finale, Gianni Moscon ha scatenato tutta la sua potenza nel tentativo di fuga con il francese Alaphilippe. Ma giunto 29esimo al traguardo, il corridore del Team Sky ha visto cancellare il proprio piazzamento. Squalificato. Motivo? Una trainata irregolare: dopo la caduta il ct azzurro Cassani ha usato uno stratagemma comune nel ciclismo per far recuperare un po' di strada al suo corridore. Un passaggio della borraccia, con Moscon che è rimasto attaccato al braccio del ct sull'ammiraglia per qualche secondo. Troppo tempo, troppo vantaggio. L'azzurro è stato beccato dalle telecamere e squalificato al termine della corsa. Il ct azzurro si è assunto tutte le responsabilità: "È solo colpa mia".
Vi prego, Moscon non c'entra nulla. Sono io che ho sbagliato e mi assumo tutte le responsabilità e chiedo scusa soprattutto a Gianni.
— Davide Cassani (@davidecassani) 24 settembre 2017
A fine corsa Matteo Trentin non ha nascosto la delusione. "Quarto, è un piazzamento che brucia. Anche perché tutta la squadra ha corso benissimo e una medaglia avrebbe coronato il lavoro che è stato perfetto - ha detto ai microfoni di 'Tuttobiciweb' -. Nell'ultima salita, sapevo di non poter tenere gli scatti, poi a metà ho raggiunto il gruppetto di Van Avermaet e pensavo che i belgi tirassero dritto, invece hanno permesso che rientrassero tutti. Colbrelli ci aveva detto a due giri dalla fine di essere al limite e ha lavorato per chiudere i buchi, Bettiol è stato eccezionale, mi ha tirato alla grande verso la volata, Moscon è stato grande. Ma tutti siamo andati bene e meritavamo qualcosa di più"
Elia Viviani ha lottato con tutte le sue forze per restare agganciato al treno dei migliori e racconta così il suo Mondiale ai microfoni di 'Tuttobiciweb': "Ho cercato tutto il giorno di fare corsa parallela con Gaviria e Kristoff, ma all'ultimo giro mi sono accorso che le gambe ormai erano pronte a saltare. Ho cercato di prendere l'ultima salita davanti, alla fine sono rimasto agganciato al secondo gruppetto, ma ormai davanti erano andati. Credo che la nazionale abbia corso molto bene, De Marchi ha fatto un grande lavoro, Puccio ha preso vento in faccia tutto il giorno, Bennati ha fatto il regista alla grande, Bettiol e Moscon erano al fianco di Trentin nel finale e tutti abbiamo dato il massimo. Non ho ancora visto la volata, ma una medaglia ci avrebbe premiato per la fatica che abbiamo fatto. E devo fare i complimenti a Kristoff: l'ho visto soffrire in salita e non credevo che sarebbe riuscito a restare con i migliori, invece...".