Filippo Magnini non c'entra nulla col doping. A dichiararlo è Francesco Manetti, l'avvocato del medico nutrizionista Guido Porcellini nell'ambito dell'inchiesta penale della Procura di Pesaro: "Devo ribadire la totale e completa estraneità di Magnini e di altri atleti". Il legale ha aggiunto sul nuotatore: "La sua unica funzione processuale sarà, nel caso, quella di teste a discarico della difesa, vista la sua correttezza e specchiata reputazione".
Manetti ha voluto scagionare l'ex campione del mondo dei 100m stile libero, indagato insieme al collega Michele
Santucci dalla Procura antidoping di
Nado Italia per la violazione degli
art.2.2 (uso o tentato uso di sostanze dopanti) e 2.9 (favoreggiamento). L'estraneità ai fatti di Magnini è stata già accertata dalla Procura pesarese che aveva archiviato la sua posizione in quanto, anche in base a intercettazioni e pedinamenti, non risultava aver ricevuto né utilizzato la sostanza.
Per questo motivo, il prossimo 7 novembre
Magno potrebbe essere chiamato in Tribunale e sedere sul banco del testimone per difendere Porcellini, sulla cui innocenza è pronto a giurare l'avvocato Manetti, che ha ribadito "la assoluta correttezza professionale dell’operato del dottor Porcellini, il medico sportivo più vincente oggi in Italia nelle varie discipline, tramite i suoi pazienti".
Infine, il legale ravennate ha assicurato sull'esito del processo penale e quello sportivo a cui saranno sottoposti Magnini e Santucci: "I miei assistiti hanno totale fiducia che l’istruttoria processuale dimostrerà la totale infondatezza di qualunque ipotesi di doping sportivo, locale e nazionale".