Anna Frank, i fiori della Lazio gettati nel Tevere

La Egri: "Mihajlovic non può ignorare". Guetta, responsabile dell'Osservatorio antisemitismo: "Leggere Anna Frank allo stadio è inutile demagogia, meglio non fare pubblicità che continuare a rilanciare"

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Continua a fare discutere quanto avvenuto domenica sera all'Olimpico, con le figurine di Anna Frank con la maglia della Roma portate dai tifosi laziali in Curva Sud. Dopo la visita di Claudio Lotito alla Sinagoga di Roma, oggi nel Tevere sono stati ritrovati i fiori lasciati ieri dalla Lazio come segno di scuse per gli adesivi antisemiti. Secondo quanto si è appreso, la corona è stata avvistata in tarda mattinata e non è escluso che sia stata gettata la scorsa notte.

La vicenda ha sollevato numerose polemiche e i punti di vista sono diversi. Betti Guetta, responsabile dell'Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC onlus) di Milano, è convinta che "non fare pubblicità, sia più utile che continuare a rilanciare. Mi fa venire i brividi chi mette su Facebook l'immagine di Anna Frank con la divisa della sua squadra, mi sembra molto demagogico, così come è pericoloso scendere in campo con la stella di David, perché i colpevoli si sentiranno degli eroi". Per la studiosa, l'antisemitismo "va analizzato in una riflessione piu' ampia sul rancore sociale, sul disagio, e' quasi rischioso enfatizzare troppo, perche' prima dell'antisemitismo ci sono molta ignoranza e superficialità". In questo senso "quelli delle curve sono gli stessi che buttano le banane ai giocatori di colore, e' una minoranza che fa queste cose da sempre. E' importante che se ne parli, ma leggere Anna Frank allo stadio e' inutile demagogia, che regala ancora piu' importanza a questi fanatici". Contro certe offese, per Guetta, "ci vogliono rispetto e silenzio. Non mi piace chi oggi porta una corona in sinagoga, ci sono tempi e luoghi per ogni cosa. Lotito dovrebbe occuparsene nel suo, non portare delle scuse a una collettivita' ferita, ma farsi carico del problema con una decisione: il divieto di ingresso allo stadio o una multa in denaro talmente alta che faccia passare la voglia di fare idiozie". Quella di questi giorni, per Guetta, "e' una reazione isterica, cui non segue nulla. Quanti 'je suis' abbiamo fatto? ogni volta scriviamo 'je suis qualcosa', ma con questo non si intacca il mondo in cui bisognerebbe uscire ad arrivare, quello delle squadre, delle scuole. Ogni giorno, come Osservatorio, raccogliamo sui social cose che uno nemmeno si immagina, se le rilanciassimo ogni volta - conclude - i responsabili farebbero salti di gioia".

Ieri, interrogato sul caso, Sinisa Mihajlovic ha detto di non conoscere Anna Frank e di non essere al corrente di quanto accaduto all'Olimpico. Un comportamento, quello del tecnico del Torino, che non è certo passato inosservato. La 91enne Susanna Egri, ex ballerina e coreografa figlia di Ernst Erbstein (l'allenatore ebreo ungherese del Grande Torino scomparso nella tragedia di Superga), ha così commentato al Tgr Piemonte: "Non voglio immaginare che una persona che occupa un posto cosi' importante, soprattutto a Torino, non voglia rendersi conto dell'enormita' di questo fatto. Il fatto che oggi ci sia della gente che si permetta in nome di una tifoseria che e' solo imbecillita' di utilizzare l'immagine di Anna Frank per uno scherno di una altra squadra e' inqualificabile. E' semplicemente ignoranza".

E' dura la presa di posizione di Gennaro Migliore, sottosegretario alla Giustizia: "Cio' che e' accaduto sugli spalti utilizzati dai tifosi della Lazio rappresenta uno dei punti piu' abominevoli della vicenda dell'antisemitismo in Italia perche' e' stato fatto con impudenza e con una certa quiescenza di quelli che c'erano intorno. Ci dovrebbe essere una ribellione delle curve, se nelle curve ci sono persone che realmente si sentono offese da quello che accaduto. Dovranno essere presi i responsabili materiali, pero' c'e' anche una stigmatizzazione da fare nei confronti di quelle curve che ritengono che l'insulto all'avversario possa essere non un dileggio simpatico, ma un'azione violenta. Nello sport i valori come il rispetto sono alla base, sono elementi fondamentali da trasmettere ai giovani. E' piu' importante che i nostri giovani stiano sul campo a imparare le regole, piuttosto che sugli spalti a fare il tifo con chi si comporta in questo modo. Ci si deve dare una regolata e auspico che siano quelli che stanno nelle curve, spesso giovani, a ribellarsi".

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