Finisce contro il muro della Svezia la rincorsa dell'Italia ai Mondiali. Gli azzurri attaccano dal primo all'ultimo minuto, ma non riescono a San Siro a ribaltare l'1-0 con cui gli scandinavi ci avevano battuto nell'andata del playoff a Solna. Poche le vere occasioni da gol per la nostra Nazionale, con Olsen in difficoltà solo nel finale. L'Italia resta quindi fuori da un campionato del Mondo per la seconda volta dal 1958. Ventura verso l'esonero.
Non si va ai Mondiali ed è inutile girarci attorno: è giusto così. E' giusto così nonostante una partita in cui è realmente difficile trovare un solo azzurro che non abbia buttato il cuore oltre l'ostacolo. Ma è giusto così perché se non riesci a trovare uno straccio di gol contro la Svezia, una Svezia onestamente mediocre, in 180 minuti, allora è giusto che in Russia ci vadano loro. Non fallivamo l'obiettivo Mondiale dal 1958, quindi il naufragio è grave e non risparmia nessuno. Non Gian Piero Ventura, il cui futuro è chiaramente segnato e che, va da sè, pagherà più di chiunque altro. Ma nemmeno il presidente federale Carlo Tavecchio e parte di una Nazionale che ha dimostrato, banalmente, di non essere all'altezza e ora passerà attraverso un ricambio generazionale che toccherà per primo Gigi Buffon, in lacrime dopo la partita. Cosa sarà poi del nostro pallone e chi sarà chiamato a rilanciarlo lo scopriremo nei prossimi mesi.
Intanto ci resta questa amarezza profonda che si mischia a una rabbia feroce. Eravamo, siamo, più forti della Svezia. Ma sarebbe servita un'Italia logica e abbiamo portato agli ultimi, durissimi, 100 metri, solamente una squadra emotiva. Sarebbero servite fantasia e qualità e l'abbiamo invece buttata sul coraggio. In questo senso non è un caso che si siano salvati Jorginho, che al Napoli fa della tecnica la sua "religione", ed El Shaarawy, inserito fin troppo tardi, e pochi altri. Ventura, quello che doveva dare ragione alla passione, le ha provate tutte, sbagliando quasi sempre e comunque dando anche questa volta la sensazione di andare per tentativi. Moduli diversi ogni volta, giocatori diversi, spesso, solo inseguendo la convinzione arrogante di potercela fare in ogni caso. Invece questa è l'Italia, questa è la Nazionale. Per certe sfide, adesso è chiaro, ci vuole più esperienza di quella che l'ex allenatore del Torino poteva e ha portato.
Poi, certo, ci si può chiedere all'infinito il perché del 3-5-2 che escludeva Insigne - ma il calcio è semplice: occupazione degli spazi in fase difensiva, creazione e aggressione degli spazi in quella offensiva -, ci si può domandare fino alla noia il perché della mancata convocazione, per dire, di Balotelli. Ma la verità è che dalla partita di Madrid contro la Spagna, dalle sberle prese al Bernabeu, l'Italia ha perso la brocca. Non c'è più stata e, adesso, non ci sarà più. Abbiamo perso senza meritarlo in Svezia, abbiamo pareggiato a San Siro creando molte potenziali occasioni ma senza essere mai realmente pericolosi. Qualche tiro a lato di poco (Candreva, Florenzi, Bonucci, Immobile), qualche parata di Olsen (ancora Florenzi, poi El Shaarawy) e niente più. In Russia ci vanno gli altri. A noi resta una tristezza che si prova soltanto quando cadendo si tocca l'abisso.
Jorginho 7 - Si porta quel tanto di Napoli in azzurro che serve come il pane. Va a cercare sempre il pallone, lo gestisce e lo gioca sempre con intelligenza, fatta eccezione per un retropassaggio da brivido che costringe Buffon a un'uscita di piedi. Sempre pronto nelle marcature preventive sui tentativi di ripartenza della Svezia, dalle sue verticalizzazioni nascono le migliori occasioni dell'Italia
Chiellini 7 - Prende quasi subito un giallo per un intervento fuori tempo, ma non perde la concentrazione e non sbaglia praticamente nessun intervento. Anche nella fase di impostazione da dietro dell'azione è il più lucido
El Shaarawy 6,5 - Entra, dà la scossa, salta l'avversario, va al tiro, è pericoloso. Era in forma e si sapeva. Difficile quindi spiegarsi perché Ventura abbia rinunciato a lui
Florenzi 6,5 - Tra i più dinamici, più dentro alla partita e anche, a conti fatti, tra i più pericolosi. Da un suo numero su Lustig a sinistra arriva il primo reale pericolo per Olsen. Un suo destro in acrobazia, fuori di un niente, avrebbe meritato miglior fortuna
Candreva 6 - Spinge moltissimo, arriva diverse volte al cross e prova qualche conclusione, ma gioca troppo da solo e troppo spesso rallenta l'azione tenendo troppo il pallone
Bonucci-Barzagli 6,5 - Lottano come leoni sgomitando con gli svedesi senza lasciare un metro agli avversari. Se la Svezia non tira mai in porta è anche merito loro
Ventura 3 - Le prova tutte, ma sono tentativi disperati di chi non sa più che pesci pigliare. La sua Italia è emotiva ma poco logica, è una squadra che lotta ma non ha l'ingegno necessario per trovare la giocata decisiva. Entra nella storia come il secondo ct che ha fallito una qualificazione Mondiale. Il suo esonero è scontato.
ITALIA-SVEZIA 0-0
Italia (3-5-2): Buffon 6; Barzagli 6,5, Bonucci 6,5, Chiellini 7; Candreva 6 (31' st Bernardeschi 5,5), Parolo 5,5, Jorginho 7, Florenzi 6,5, Darmian 6 (17' st El Shaarawy 6,5); Gabbiadini 5 (17' st Belotti 5,5), Immobile 5,5. A disp.: Donnarumma, Perin, Astori, Rugani, Zappacosta, Insigne, Gagliardini, Bernardeschi, Eder, De Rossi. All.: Ventura 3
Svezia (4-4-2): Olsen 6,5; Lustig 5, Lindelof 6, Granqvist 5,5, Augustinsson 5,5; Claesson 5,5, Johansson 6 (19' Svensson 6), Larsson 5, Forsberg 5,5; Toivonen 5 (10' st Thelin 5), Berg 4,5. A disp.: Johnsson, Nordfeldt, Krafth, Olsson, Guidetti, Helander, Jansson, Rohden, Sema. All.: J. Andersson 6
Arbitro: Lahoz (SPA)
Ammoniti: Chiellini, Barzagli, Bernardeschi (I), Johansson, Forsberg, Lustig, Thelin (S)
Espulsi: -