L'Inter vola, ma giocano sempre gli stessi. Questa è la critica più comune mossa a Spalletti nella fin qui ottima stagione nerazzurra che sta valendo il primato in classifica. Alla Coppa Italia era stato affidato il diritto di far valere la propria posizione alle seconde linee, quelle un po' snobbate, ma al momento più bello è arrivata la classica scena muta. I vari Karamoh, Dalbert, Pinamonti e a tratti anche Joao Cancelo, hanno fallito l'esame.
Insomma, se giocano sempre gli stessi un motivo ci sarà. Questa è stata la risposta dei novanta, pardon centoventi, minuti di gioco contro il Pordenone, rispettabilissima squadra a un passo dall'impresa ma pur sempre di due categorie inferiori. Sicuramente non il tipo di feedback che Spalletti si auspicava, pur avendo il campo stesso spiegato ai tifosi il perché di un turnover praticamente inesistente e la necessità invocata di un intervento sul mercato. Dietro l'undici-tipo il vuoto, per ora.
La scelta di cambiare in massa un'intera squadra non è mai un ottimo segnale, ma le condizioni per fare bene contro i neroverdi c'erano a prescindere dal minutaggio stagionale di Karamoh, Dalbert e gli altri come loro. Vero che Joao Cancelo ha giocato più minuti nello 0-0 di San Siro che in tutta la stagione prima di quel momento, ma la sua storia parla da sé così come le speranze riposte in Karamoh e Pinamonti o la cifra spesa in estate, dopo un corteggiamento durato due mesi, per l'evanescente Dalbert. Una sorta di allenamento sul campo, senza quel mordente per far cambiare idea all'allenatore per di più testardo come Spalletti. Un'occasione più che persa.
Proprio il portoghese alla lunga è risultato il meno peggio dopo un primo tempo decisamente insufficiente. Col passare dei minuti, prima a sinistra e poi a destra, ha fatto valere la propria velocità facendo piovere cross in area spesso imprecisi, ma creando i presupposti per qualcosa di importante. Segnali di utilità e crescita che non ha dato Dalbert, spesso preso fuori posizione da Berrettoni e Misuraca e totalmente inefficace in zona cross, là dove avrebbe dovuto e dovrebbe fare la differenza. Karamoh, invece, si è perso nella sua frenesia doubleface. Da una parte la capacità di crearsi le occasioni buone e vincenti, dall'altra l'imprecisione sottoporta che gli sono costate tre occasioni nitide gettate al vento per la troppa frenesia. Errori impensabili per altre occasioni, così come la mancanza di coraggio di Pinamonti che di errori non ne ha fatti semplicemente perché non ha mai azzardato una giocata.
Prima Brozovic, poi Perisic e Icardi hanno dovuto ritoccare le proprie statistiche anche in una serata in cui era previsto del gelido riposo. Si mettano il cuore in pace, e con loro Spalletti: toccherà a loro con Candreva e Borja Valero tirare avanti la carretta ancora per un po', in attesa magari di un aiutino dal mercato invernale.