Il primo posticipo della 19a giornata di Serie A tra Inter e Lazio finisce 0-0. Gara intensa e con diverse occasioni quella di San Siro dove a sfiorare il gol sono stati Perisic e Anderson. Più vivace e propositiva la squadra di Inzaghi mentre quella di Spalletti riparte piano dopo due sconfitte consecutive in campionato. I nerazzurri restano terzi in classifica a 41 punti, i biancocelesti (con una gara in meno) quinti a 37.
L'Inter riparte piano: dopo due sconfitte di fila e la bruciante eliminazione in Coppa Italia nel derby contro il Milan, la squadra di Spalletti strappa un punto a una Lazio più propositiva e rapida e si conferma al terzo posto visto che le romane hanno una partita in meno. L'anno si chiude senza drammi ma ugualmente con diversi punti interrogativi. Primo tra tutti: il gol. Uno solo nelle ultime sei partite, coppa compresa. Se non segna Icardi non lo fa nessuno e fisicamente la squadra si conferma in sofferenza, incapace di dare la sterzata e fare la giocata decisiva per quanto stasera i nerazzurri ci abbiano provato mostrando volontà e determinazione. Ma se una squadra poteva vincere quella era la Lazio che ha dimostrato la consueta abilità nel chiudere gli spazi e ripartire veloce. Ma ha pagato la serata non di grazia di Luis Alberto e Milinkovic, due uomini spesso decisivi. Un pari che non fa male a nessuno ma nemmeno che fa fare il salto di qualità e di certo non consente a Spalletti di rivedere la luce. Il gioco della sua Inter resta prevedibile: mancano la profondità, le triangolazioni, le giocate individuali capaci di creare superiorità. Ma la classifica resta lusinghiera e da questo il tecnico dovrà ripartire. La Lazio deve imparare ad essere più concreta e cattiva in zona-gol ed è quella che forse esce col maggior rammarico.
Per quello che ha tutta l'aria di essere un vero e proprio spareggio-Champions, Spalletti e Inzaghi si confermano "abitudinari": sono loro, infatti, tra gli allenatori che più volte hanno confermato lo stesso 11. Il tecnico nerazzurro è costretto, in realtà, a una mini-rivoluzione difensiva con Cancelo a destra, Santon a sinistra e la coppia centrale Ranocchia-Skriniar. Per il resto schieramento-tipo visto tante volte in stagione. Idem per Inzaghi, che a destra sceglie Bastos e non tocca nulla della sua formazione ideale dove Luis Alberto agisce alle spalle di Immobile.
Il primo tempo è intenso e tutto sommato equilibrato con la Lazio che costruisce più occasioni ma con l'Inter che ha la più pericolosa (Perisic a botta sicura viene stoppato da Strakosha). I nerazzurri provano a portare un pressing alto per cercare soluzioni alternative a una manovra che resta lenta e che non trova praticamente mai l'imbucata in verticale: proprio per cercare quella profondità che all'Inter manca Candreva tenta spesso di accentrarsi ma la squadra di Inzaghi è compatta e si copre bene per poi ripartire veloce e ribaltare rapidamente l'azione sulla spinta di Milinkovic e Luis Alberto. Leiva nel mezzo è un recuperatore vero di palloni, Borja Valero e Vecino non sempre hanno la giusta rapidità di passaggio o di impostazione della giocata anche se poi sono loro a tentare di portare densità a ridosso dell'area avversaria.
L'Inter riparte nel secondo tempo come aveva fatto nel primo: provando a dare intensità e a portare pressione mettendo in vetrina un Cancelo vivace. La velocità di esecuzione, però, resta un punto debole. A correre, quando si distende, è invece la Lazio: e l'azione travolgente che porta al rigore prima dato (poi tolto col VAR) per un tocco di braccio di Skriniar è il manifesto della qualità di Milinkovic (quando parte palla al piede) e della rapidità di Immobile dentro l'area. Inzaghi si gioca Lukaku e Felipe Anderson per dare la sterzata decisiva a una gara che resta intensa e combattuta in mezzo al campo con squadre compatte che non concedono facilmente spazi. La maggior energia, comunque, la mettono in campo i biancocelesti, rivitalizzati dai nuovi entrati e capaci di mettere in apprensione Handanovic. Anderson, ben assistito da Immobile, si divora il gol prima di un finale con squadre lunghe in cui, in teoria, può capitare di tutto. ma in cui, in pratica, non cambia nulla e lo 0-0 non sposta più di tanto gli equilibri del campionato. E della classifica, la nota più lieta per Spalletti in questo finale di 2017.
Handanovic 7 - Respinge un bolide di Milinkovic, nel secondo tempo salva su Anderson ed è reattivo su Parolo
Perisic 5,5 - Ha la palla migliore della partita ma non riesce a battere Strakosha di interno destro. Qualche utile recupero nel primo tempo ma le sue iniziative sono praticamente nulle e l'iniziativa dell'Inter ne risente. Un bel cross per Icardi nel finale
Cancelo 6,5 - Un paio di chiusure puntuali nel primo tempo, diverse nella ripresa dove si mostra preciso e puntuale ed è anche propositivo
Borja Valero 6 - Lega i reparti ma non ha la giocata improvvisa e illuminante da trequartista. Utilissimi ripiegamenti, mette Perisic davanti alla porta nel primo tempo ma fatica a dare il ritmo e velocità. Si spegne progressivamente
Leiva 6,5 - Sempre più importante in mezzo al campo dove recupera tanti palloni ed è sempre pronto a bloccare le ripartenze. Non rinuncia a inserirsi e a concludere
Anderson 6,5 - Il suo ingresso porta vivacità: si fa vedere dalle parti di Handanovic e mostra un passo molto più rapido rispetto agli altri. Si divora il gol sparando a lato un bell'assist di Immobile
Immobile 6,5 - C'è sempre anche se per lui gli spazi per concludere non sono molti. Gioca con e per la squadra dialogando bene con i centrocampisti che di volta in volta spingono. Gli manca l'assistenza del solito Luis Alberto. Splendido assist nel finale per Anderson che spreca
Luis Alberto 5,5 - Non si accende, non è la sua miglior serata. Una bella incursione nel primo tempo e poco altro