Pyeongchang 2018 e il dialogo tra le due Coree, Cio: "Un grande passo avanti"

Anche il Coni applaude: "L'idea della tregua olimpica è formidabile"

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La partecipazione della Corea del NordPyeongchang 2018 e il nuovo dialogo, il primo dopo due anni, tra i due paesi è un evento fortemente simbolico che travalica i confini dello sport: "E' grande passo avanti in puro spirito olimpico. Il CIO ha accolto con grande soddisfazione le proposte su cui la Corea del Sud e la Corea del Nord hanno raggiunto un accordo" ha commentato Thomas Bach, presidente del Comitato olimpico internazionale. 

La notizia che la Corea del Nord ha deciso di inviare una delegazione alle prossime olimpiadi invernali, infatti, è una decisione epocale e particolarmente significativa: lo sport è riuscito a unire ciò che politica e diplomazia non sono riuscite mai a far dialogare. La decisione è arrivata dopo il faccia a faccia tra i due paesi che hanno poi rilasciato una dichiarazione congiunta. E proprio il lavoro di mediazione del CIO è risultato fondamentale tra due parti praticamente ancora in guerra tra loro (la Corea del Nord in passato ha boicottato sia le Olimpiadi estive del 1988 a Seul, sia i Mondiali di calcio del 2002 organizzati da Giappone e Corea del Sud). 

Un portavoce del CIO ha spiegato che ora si attenderanno le "relazioni ufficiali e le proposte della riunione" per poi discuterle, in particolare, "per quanto riguarda la partecipazione, il numero e i nomi degli atleti del Comitato olimpico della Corea del Nord, e il formato della loro partecipazione (bandiera, inno, cerimonie). Continueremo ad avere colloqui in modo positivo e costruttivo. A seguito di questo faccia a faccia, il Comitato esecutivo prendera' le decisioni pertinenti. 

Ha commentato la vicenda anche il presidente del Coni Giovanni Malagò: "L'idea di far sfilare le due Coree insieme con due bandiere diverse sarebbe un bel segnale, considerato che tutto il resto del Mondo non è riuscito a venire a capo di questo problema. L'idea della tregua olimpica e' veramente formidabile, consente di avere elementi di non belligeranza durante tutta la manifestazione". 

Lunedì, alla vigilia dei negoziati, il CIO aveva annunciato che sarebbe stato "il più possibile flessibile" verso gli atleti nordcoreani. Per ora, solamente due atleti nordcoreani hanno il pass olimpico: i due pattinatori, Ryom Tae-ok e Kim Ju-sik. Il Comitato olimpico nordcoreano, però, non ha confermato la loro partecipazione entro il termine del 30 ottobre fissato dalla Federazione internazionale di pattinaggio: ma è già pronto un invito ufficiale da parte del CIO, stessa cosa valida anche per gli atleti di altre discipline. Nel 2014, nessun atleta nordcoreano aveva raggiunto i minimi per i Giochi invernali di Sochi, in Russia. La partecipazione più corposa di atleti nordcoreani ai Giochi Invernali resta quella del 1992 ad Albertville, in Francia, dove arrivò anche una medaglia di bronzo nel pattinaggio velocità. L'unica altra medaglia risale al 1964, ai Giochi di Innsbruck, sempre nel pattinaggio di velocità. 

La vicenda delle due Coree è solo l'ultimo caso in cui la politica entra in qualche modo in contatto con le Olimpiadi. Dal 1936 a Berlino, quando i Giochi divennero il pretesto per Adolf Hitler di esaltare la Germania e il Nazismo, al 1972 a Monaco di Baviera con il tragico attentato dei terroristi palestinesi contro gli atleti israeliani. Fino alle edizioni dei Giochi del 1980 a Mosca e 1984 a Los Angeles, che videro i boicottaggi in Russia dei paesi occidentali e negli Usa dell'allora blocco comunista. A Pyeongchang non ci sarà alcun boicottaggio e questa è una gran bella notizia per il mondo dello sport. E non solo. 
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