Aria tesissima a in casa Napoli. Dopo la sconfitta col Bologna, Ancelotti ha deciso di rimettere tutti in riga imponendo il ritiro. Una scelta pesante visti gli ultimi risvolti legati all'ammutinamento, che sottolinea il momento complicato che sta attraversando la squadra. In ballo non c'è solo il rendimento dei giocatori, ma anche il futuro del tecnico sulla panchina. Per Carletto le prossime due gare contro Udinese e Genk saranno cruciali. E senza un'inversione di rotta l'esonero sembra l'unica soluzione possibile. Anche perché negli ultimi giorni su Ancelotti comincia ad allungarsi l'ombra di Gattuso, individuato da AdL per traghettare eventualmente la squadra in caso di divorzio dal tecnico di Reggiolo.
Al momento il presidente azzurro non ha preso alcuna decisione in merito alla questione, ma la pazienza ormai sta per finire e a Castel Volturno sembra arrivato il momento della resa dei conti. Un po' per gli scarsi risultati, un po' per l'insubordinazione che comunque ha lasciato il segno nello spogliatoio e nel rapporto tra i giocatori e De Laurentiis. Del resto anche in occasione del ritiro imposto da Ancelotti pare che i soliti "cinque ribelli" abbiano cercato nuovamente di opporsi al provvedimento. Tentativo rispedito seccamente al mittente dal tecnico senza possibilità di replica.
Una dura presa di posizione per ristabilire le gerarchie e ritrovare subito la giusta concentrazione in vista delle prossime due partite. Già, perché Udinese e Genk potrebbero essere il crocevia della stagione. Sia per quanto riguarda campionato e Champions, sia per quanto riguarda la panchina. Senza un'inversione di tendenza, infatti, l'esonero sarebbe inevitabile. E proprio in questa direzione De Laurentiis si starebbe già muovendo per non arrivare impreparato, sondando il terreno con Gattuso, pedina individuata anche da Commisso per un eventuale avvicendamento con Montella. Il futuro di Ancelotti si decide tutto in una settimana.