Saranno anche usciti dall'Europa ma l'Europa, adesso, se la vogliono riprendere. Affascinati dal Real Madrid di Ronaldo, incantati dal Barcellona e da sua maestà Messi, intrigati e parzialmente delusi dal Psg, ci siamo dimenticati di fare i conti con i gioielli della Regina e rischiamo di trovarci ad affrontare impreparati l'avanzata inglese. Parlano i risultati: City e Liverpool (4-0 e 5-0 in trasferta) praticamente qualificati ai quarti. Tottenham favorito sulla Juventus dopo il 2-2 di Torino. Manchester United atteso a Siviglia da un ottavo non certo impossibile. L'unico che rischia davvero di restare ai margini della festa è Conte, che con il suo Chelsea se la dovrà vedere con il Barcellona. Fatto sta che, anche a sorpresa, le possibilità che l'Inghilterra porti quattro/cinque squadre ai quarti non sono così irrilevanti. Altro che Brexit! Questi nell'Europa del calcio ci sono eccome.
D'accordo, Basilea e Porto non erano certo rivali di primo piano e il sorteggio è stato sufficientemente favorevole. Ma più di una qualificazione apparentemente scontata, è il modo in cui City e Liverpool hanno aggredito e azzannato le avversarie che fa impressione. Dei Citizens si sapeva. Guardiola gioca il miglior calcio d'Europa dalla notte dei tempi e a Barcellona, per dire, ancora mangiano alla tavola che lui ha apparecchiato. Però è tutto il calcio inglese, forse all'ombra del City, a essere cresciuto. Klopp ha saputo trovare una finale con il Dortmund e, zitto zitto, ci riprova con il Liverpool. Guardiola ha una collezione di Champions che fa invidia. Mourinho è stato l'ultimo tecnico a portare in Italia, all'Inter per giunta, la coppa dalle grandi orecchie. Pochettino ha trasformato il Tottenham e Conte, beh, è Conte, non c'è molto da aggiungere al curriculum di uno che dalle nostre parti vinceva sempre.
Insomma, attenzione alle inglesi. Grande attenzione alle inglesi. Sono squadre estremamente diverse, che giocano un football estremamente diverso, ma sono anche un agglomerato interessante di culture calcistiche. Dal catalano Guardiola al pugliese Conte, dall'italo-argentino Pochettino al portoghese Mourinho fino al tedesco Klopp. C'è di tutto, per questo funziona. Perché non è incasellabile, è un pallone variopinto, colorato. Poi, certo, Real e Barcellona, ma anche Bayern Monaco e perfino Juventus, sono la storia del calcio mondiale. Però guai a sottovalutare le inglesi. Perché i gioielli della regina, custoditi gelosamente, brillano che è un piacere.