Slalom olimpico ricco di colpi di scena quello di PyeongChang: l'oro va allo svedese André Myhrer, argento allo svizzero Zenhaeusern, bronzo all'austriaco Michael Matt. Manfred Moelgg, quarto dopo la prima manche, ha sprecato molto nella seconda, chiudendo solo dodicesimo. Ma la grande notizia è l'uscita di scena, nella prima frazione, del superfavorito Marcel Hirscher. Come lui, fuori nella seconda manche Kristoffersen, in testa a metà gara.
Alzi la mano chi, prima di queste Olimpiadi, avrebbe scommesso che sul podio degli slalom olimpici, maschili e femminili, non ci sarebbero stati né Marcel Hirscher né Mikaela Shiffrin. Ci sarebbe stato da scommettere, e siamo sicuri che sarebbe stata una puntata da "pazzi" in stile "il Leicester vince la Premier League nel 2016". Incredibile, ma questo scenario si è realizzato. Se nello slalom femminile la campionessa americana era rimasta ai piedi del podio, quarta e delusa, in quello maschile le sorprese si sono moltiplicate.
A Marcel Hirscher, già due ori in questa olimpiade (gigante e combinata) non riesce il tris storico nella disciplina in cui è il padrone e cannibale indiscusso. Gli sfugge ancora, dopo Sochi, l'oro olimpico nel suo slalom. E se in Russia era rimasto d'argento, dietro all'immortale Mario Matt, a PyeongChang gli è andata decisamente peggio, fuori nella prima manche. Era partito con meno sicurezza del solito, aveva tentennato fino all'errore fatale. Incredibile, per un computer come lui. Una delusione immensa e non preventivabile.
E, soprattutto, un'uscita di scena che aveva spalancato le porte al norvegese Kristoffersen, eterno secondo dietro all'austriaco in coppa del mondo. Nella prima manche era in testa, Kristoffersen. Inquadrato pochi istanti dopo l'uscita di Hirscher aveva allargato le braccia, come a dire: "Capita, succede, magari è il mio giorno". E invece no. Sceso nella seconda manche con la responsabilità di prendersi un oro tanto sognato, ha sbagliato dopo poche porte, cadendo.
Le porte del paradiso si sono spalancate per André Myhrer, svedese di 35 anni che sul podio olimpico nello slalom ci era già finito a Vancouver 2010, col bronzo. Secondo nella prima frazione, primo dopo la seconda. Un oro meritato e tolto dal collo del sorprendente svizzerone Ramon Zenhaeusern (+0.34), 2 metri d'altezza per quasi 100 kg, un solo podio in carriera (quello nel parallelo di Stoccolma vinto lo scorso gennaio), autore di una grandissima rimonta dal nono posto fino al secondo. Bronzo per Michael Matt (+0.67), fratello della leggenda Mario, che prosegue così nella tradizione di famiglia: la sua rimonta è stata addirittura spettacolare: da dodicesimo a terzo, per soli 4 centesimi davanti al francese Noel, quarto.
L'altro grande deluso della gara è sicuramente Manfred Moelgg. L'azzurro era quarto dopo la prima manche e, a conti fatti, poteva sicuramente aspirare al podio, alla luce dei risultati di Zenhaeusern e Matt appunto. Ma come spesso è accaduto in carriera, Manfred ha steccato completamente la seconda manche: dopo un buon avvio ha dilapidato tutto il vantaggio, chiudendo 12esimo. Stefano Gross, che si era stirato in allenamento, ha chiuso sedicesimo. Fuori Tonetti e Vinatzer.
Andre Myhrer follows in the footsteps of Ingemar Stenmark as only Swedish men to win #gold in Alpine skiing. Stenmark won gold in the slalom and giant slalom in 1980. #AlpineSkiing #Olympics #PyeongChang2018 #Swe
— Gracenote Olympic (@GracenoteGold) 22 febbraio 2018
"Sono le mie ultime Olimpiadi, volevo chiudere in bellezza. Mi dispiace perché avevo la condizione fisica che volevo e non porto a casa niente". Manfred Moelgg commenta così il dodicesimo posto dopo aver chiuso la prima manche al quarto posto. "Nella prima manche - aggiunge - ho messo un po' troppa foga per raggiungere il risultato. Nella seconda manche la pista era segnata, dovevo essere preciso ma ho fatto due errori decisivi. C'era tutto per fare un buon risultato, peccato". Amarezza anche nelle parole di Stefano Gross, quarto in slalom a Sochi, che nei giorni scorsi è stato vittima di uno stiramento: "Non ero al 100%, ho cercato di fare di tutto e fino a metà gara ho tenuto il ritmo, poi ho subito il tracciato. Peccato perché quella di oggi era una grande occasione".