Il giorno dopo il trionfo olimpico Sofia Goggia è un vulcano di emozioni. Non ha partecipato alla combinata, impegnata, per così dire, a realizzare quanto fatto: "Stamattina ho preso la funivia e sono salita sulle montagne per contemplarle. Avevo bisogno di stare lì e ho pianto. Niente combinata? Non ho chiuso occhio e avevo anche dei dolorini psicosomatici che mi impedivano di avere quel livello di attenzione che in una discesa è fondamentale".
"È una torta fatta con mille ingredienti venuta decisamente bene. Questa gara e questa pista sono quelle della mia consacrazione. Ho dimostrato una maturità sugli sci che non avevo mai avuto". Qualche complimento se lo prende la Goggia, ma schiva il paragone con Tomba: "Non scherziamo, io ho vinto cinque gare in carriera, non esiste il paragone".
Certo, l'emozione per essere diventata la prima donna italiana a trionfare alle olimpiadi in discesa è qualcosa di grande: "Ho ricevuto tantissimi
messaggi, avevo Wathsapp intasato. Mi hanno scritto tanti vip, anche Fiorello, e poi sportivi come Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri. Con Michela Moioli abbiamo fatto una video chiamata e abbiamo urlato in bergamamasco. Alle elezioni voto proprio lei", ride.
Sofia torna sulla gara e racconta le sensazioni provate: "Ero veramente molto concentrata su tutte le cose che dovevo fare e ho cercato di avere una presenza fisica e mentale in ogni cosa che facevo, che forse non ho mai avuto in tutta la mia vita, quasi fin troppo oltre il mio esser Goggia, diciamo. Veramente concentrazione in ogni cosa e ragionavo veramente curva dopo curva. Io sono partita - ha aggiunto Sofia - come avevo detto dopo il Super G, il mio obiettivo era quello di essere la miglior Sofia che la giornata avrebbe potuto richiedere e che avrei guardato il tabellone del tempo solo una volta tagliato il traguardo. E così è stato. Sono stata molto concentrata durante tutta la discesa, forse quella del Super G è stata sì una spigolatina, ma ho sentito talmente delle sensazioni belle che quasi le ho vissute troppo, questa sorta di estasi o Nirvana... Mi sono troppo crogiolata lì e magari ho avuto quell'attimo di disattenzione che mi ha fregata. E comunque la prima cosa che ho detto dopo il
Super G è stata che non tutto viene per nuocere, anzi".
Poi un messaggio per l'amica-rivale Vonn: "Le chiederò di continuare fino a Pechino 2022. Lei è troppo una campionessa, si può gestire, può fare solo le discese. Quanto conta avere un nemico? È bello a patto che sia una rivalità sana poi fuori, tra me e Vonn parte dal cancelletto e finisce al traguardo. Quando diventa terrorismo psicologico anche quando si beve un caffè, quella bambinate non mi piacciono".