Infinita e leggendaria: Arianna Fontana ha vinto la medaglia di bronzo nei 1000m short track. La portabandiera azzurra corona così al meglio un'Olimpiade meravigliosa, con la sua terza medaglia a PyeongChang (dopo l'oro nei 500 e l'argento nella staffetta), ma soprattutto si mette al collo l'ottava medaglia a cinque cerchi. Prova da incorniciare per Arianna, battuta dall'olandese Schulting e dalla canadese Boutin, con la caduta delle due coreane.
Ci sono degli obiettivi che gli atleti si pongono e dei limiti con i quali sanno di dover avere a che fare. Limiti di età, di stanchezza, legati alle avversarie rampanti e pronte a tutti, sorrette magari dal pubblico amico. Ci sono però degli atleti speciali, che si confrontano giorno per giorno con tutti questi fattori, trasformandoli in motivazioni, in energia positiva. Sono gli atleti che mettiamo nella categoria dei campioni, quelli che non mancano i grandi appuntamenti, che non deludono, che vincono anche quando, pur avendo già in tasca tanti successi, non si accontentano. Si nutrono di adrenalina, vogliono gareggiare per vincere, innamorati dello sport che praticano e desiderosi di dare al proprio paese un lustro speciale. Arianna Fontana è tutte queste cose messe assieme, condite con una spruzzata di semplicità e di serietà belle e esemplari.
La nostra portabandiera, e ogni giorno rivendichiamo quel nostra con tanto orgoglio, si è presentata nella finale dei 1000 metri dello short track, una distanza nella quale non aveva mai vinto una medaglia olimpica. Sì, perché prima di questa finale Arianna Fontana si era già messo al collo sette medaglie a cinque cerchi. La motivazione però non è mai mancata all'azzurra. E si è messa lì, umile, in una finale a cinque complicatissima, con la plurimedagliata canadese Boutin, l'olandese Schulting e le due coreane Choi (ripescata dalla semifinale) e Shim.
Fontana si è messa al terzo posto e ha condotto una gara accorta, poi si è fatta sfilare. Sorpassi al limite, passaggi all'interno, poi il pasticcio tutto coreano, con la Choi e la Shim che si toccano. Arianna è bravissima, resta in piedi e vola verso il traguardo, conquistando un bronzo lucentissimo, dietro alla Shulting, oro, e alla Boutin.
Si tratta della terza medaglia per la Fontana in questi giochi (oro nei 500 metri e argento nella staffetta), l'ottava a cinque cerchi della sua meravigliosa carriera. Prima di questi Giochi aveva vinto il bronzo nella staffetta a Torino 2006, il bronzo nei 500 metri a Vancouver 2010, l'argento nei 500 metri e il bronzo nei 1500 e nella staffetta a Sochi 2014. Si tratta della decima medaglia per l'Italia in questi Giochi, raggiunto quindi l'obiettivo dichiarato dal presidente del Coni Malagò. Giusto, bello, doveroso, che a tagliare questo traguardo immaginario sia stata la nostra portabandiera.
Felice, quasi sorpresa, determinata. Arianna Fontana è al settimo cielo: "È un bronzo che vale tantissimo, in questa distanza ho sempre fatto fatica. Sapevo che tra le coreane poteva non esserci buon feeling, e a dir la verità non mi aspettavo che l'olandese partisse così forte. Ho dovuto prendere l'iniziativa, ho cercato di superare. Poi sono stata brava".
Otto medaglie olimpiche. Nella storia delle olimpiadi, invernali e estive, è quinta (tra uomini e donne) negli atleti azzurri più medagliati: "È qualcosa di incredibile, dopo le tre medaglie di Sochi era dura pensare di rifarlo e di migliorare. Sono state due settimane incredibili con alti e bassi, sono contenta. Il mio obiettivo era di centrare tutte le finali, l'ho fatto e ho vinto tre medaglie. Non so se ci sarò nel 2022, è presto per pensarci. Smettere non sarebbe facile: questo sport ti trasmette tanto, e dovrei trovare qualcosa che mi appassioni altrettanto". Sono contenta però di come anche le altre atlete azzurre mi siano state vicine, la Moioli mi ha detto ad esempio che ha tratto ispirazione da me. Sono la portabandiera, ho caricato tutta la squadra".