Nell'anticipo della 28a giornata di Serie A, all'Olimpico la Roma supera 3-0 il Torino e si porta a 56 punti confermandosi sicuramente al terzo posto. I granata di Mazzarri, al terzo ko di fila, giocano un buon primo tempo (Alisson strepitoso su Iago Falque) ma crollano nella ripresa. Al 56' la sblocca Manolas di testa da due passi poi De Rossi raddoppia al volo al 73' e Pellegrini trova il tris in pieno recupero, al 93'.
La Serie A è ripartita. O, per lo meno, ripartire è quello che si vuole e si deve provare a fare. Con gli occhi e il cuore gonfi del ricordo indelebile di Davide Astori, con commozione ed emozioni vive e quella voglia di andare avanti nel nome del suo sorriso, del suo spirito, del suo modo speciale di amare questo sport a cui è riservato, ora, il privilegio di tenere alto il suo esempio. La Roma, una delle sue ex squadre, si scrolla di dosso qualunque timore e si tiene stretto il terzo posto che vale, ad ora, la Champions. Una Roma contratta nel primo tempo, incerta e poco fluida. Poi nella ripresa i gol sono serviti a ritrovare verve, gioco e occasioni. Tre punti per Di Francesco che fanno seguito a quelli di Napoli e lanciano i giallorossi nella volata finale per l'Europa che conta mandando chiari messaggi a Lazio e Inter. Punizione severa, il 3-0 finale, per il Torino che nel primo tempo ha tenuto benissimo il campo e fatto tremare i giallorossi, che hanno faticato, e non poco, a districarsi negli spazi chiusi.
Parte con un giropalla non troppo pericoloso la Roma, poco rivoluzionata da un mini turnover più che altro forzato dalle squalifiche di Dzeko e Fazio (sostituiti da Schick e Juan Jesus) ma con Perotti risparmiato in favore di El Shaarawy. I giallorossi partono con piglio arrembante cercando soprattutto di sfogare il gioco sugli esterni e portare diversi uomini in area. Area che però il Torino occupa alla perfezione senza concedere nulla nemmeno ai tagli centrali tentati soprattutto da Under. I granata, che parevano rintanati in un 4-5-1 in fase di non possesso, esplodono all'improvviso grazie ai tre davanti (Iago-Belotti-Berenguer) che attaccano continuamente la profondità prendendo il tempo alla difesa giallorossa. Così gli uomini di Mazzarri trovano diverse imbucate interessanti grazie a lanci lunghi e verticalizzazioni che consentono di tagliare fuori la zona di pressing. E alla fine sbattono contro Alisson che due volte interviene di testa in puro stile da libero poi diventa strepitoso su Iago e attento su Acquah. Si perché nel corso del primo tempo è il Torino a prendere campo e fare le giocate migliori mentre a una Roma a cui non vengono idee brillanti restano vani tentativi di pressione alta. Schick sembra sempre un soffio in ritardo sulla giocata, Under ed El Shaarawy non si accendono ma soprattutto nessuno riesce a trovare tempi e spazi. Perché il Toro, in versione battagliera a da sacrificio, non li concede. Ma gli ospiti, come detto, non si limitano a questo: viaggiano benissimo negli spazi e prendono spesso il tempo a una difesa che, tra l'altro, senza Fazio fatica a far ripartire il gioco in fase di impostazione.
In un secondo tempo dove la manovra giallorossa prova a farsi più fluida e il Toro si mantiene aggressivo, pronto a scatenarsi sulla corsa, servono gli sviluppi di un corner per sbloccare la gara con un colpo di testa ravvicinato di Manolas, sfuggito alla difesa a zona granata. La Roma da qui in poi risulta più libera e tranquilla e trova più spazi, giocate, percussioni. E quando trova campo, la Roma cambia volto: riescono anche quegli inserimenti mancati nel primo tempo, la palla scorre avanti e indietro e circola con maggior velocità. E ai granata, crollati, sembra mancare un piano B per rimettersi in carreggiata. E allora la Roma chiude ogni discorso sfruttando ancora una palla inattiva, una punizione da cui l'assist di testa di Nainggolan è calciato al volo da De Rossi nel cuore dell'area, tenuto colpevolmente in gioco da Ansaldi. Il 3-0 siglato da Pellegrini al 93' certifica la maggior sicurezza con cui gioca la squadra di Di Francesco una volta che sblocca le gare. E questa è stata faticosa ma alla fine, nonostante un paio di assenze pesanti, soprattutto quella di Dzeko, ha fatto il suo dovere e messo in cassaforte il terzo posto. A salutare definitivamente l'Europa sono invece i granata, cui manca la capacità di costruire senza attendere l'errore avversario o la ripartenza: Belotti resta isolato e una volta finito in svantaggio il Toro non ha più reagito. Troppo poco per una squadra che era stata costruita proprio per ambire ai piani alti e nobili della classifica
Alisson 6,5 - Una sicurezza, una certezza: fuori dall'area e tra i pali. Anticipa, si allunga e respinge nelle difficoltà del primo tempo. Inoperoso nella ripresa.
Manolas 7 - Sblocca la gara della Roma e la mette in discesa, sicuro in difesa.
Schick 5,5 - Non sembra essere al top della condizione e non ha nemmeno la giusta fiducia per tentare la giocata. Un po' meglio nella ripresa ma sicuramente troppo poco per il vice-Dzeko
Berenguer 6 - Si alterna con Rincon per non far vedere palla a De Rossi. Folate offensive di rapidità e qualità interscambiandosi bene con Baselli
Ansadi 5 - Nel primo tempo tiene bene la posizione. Sbaglia a non salire e a tenere in gioco De Rossi sul 2-0
Belotti 5 - nel primo tempo combatte e ci mette il fisico, viene murato in area una volta ma poi sparisce. Troppo isolato, non solo, ovviamente, per colpa sua.