Nel posticipo della 28a giornata di Serie A, a San Siro finisce 0-0 la super sfida tra Inter e Napoli. Un pareggio che serve poco alla classifica delle due squadre con i nerazzurri che restano quinti (con il derby da recuperare) e i partenopei che dicono addio al primo posto finendo a -1 dalla Juve nuova capolista (che ha una gara in meno). Di Skriniar (palo di testa) e Insigne (pallonetto alto) le occasioni più pericolose.
Come all'andata: uno 0-0 che, però, questa volta ha significati diversi. Il Napoli non riparte dopo lo scivolone casalingo con la Roma e perde la testa della classifica. Ora il campionato è tutto nelle mani della Juve che ha un punto di vantaggio e la possibilità di allungare con il recupero del match contro l'Atalanta. L'Inter fallisce il sorpasso alla Lazio, vede scappare la Roma e avvicinarsi il Milan. Ma i segnali più incoraggianti li hanno dati i nerazzurri, che hanno messo in campo una prestazione positiva fatta di pressing, attenzione difensiva, giocate nello spazio: cose che Spalletti non riusciva da tempo a esaltare. Imbrigliata la miglior squadra del campionato (in quanto a gioco e palleggio) con Handanovic (così come Reina) praticamente spettatore. Uno 0-0 che rischia di pesare come un macigno sul morale oltre che sulla classifica di un Napoli apparso un po' appannato e meno spietato e brillante del solito e che al contempo, può ridare vigore a una delle migliori Inter degli ultimi tre mesi. I 18 punti di differenza in classifica non si sono praticamente visti, Sarri porta a 27 la striscia di gare esterne consecutive senza sconfitte ma lascia pericolosamente la Juve padrona del proprio destino. E forse a far perdere brillantezza ai suoi è stata, appunto, la paura, l'obbligo di dover vincere a tutti i costi. La pressione, quella che rende i bianconeri dei cannibali, mai sazi e mai appagati.
Una battaglia che valeva molto per rimanere in linea con l'obiettivo stagionale da un lato, continuare ad alimentare il sogno di una squadra e di un popolo dall'altra. Incrocio delicato, insidioso e decisivo. Che entrambe provano a giocare cercando la qualità e l'attenzione. Spalletti stupisce con Brozovic in mediana al fianco di Gagliardini ed è una diga, quella innalzata dal tecnico di Certaldo, che funziona con il croato vicino ad Allan e l'ex atalantino, in versione recuperatore di palloni, sulle tracce di Hamsik. Il "cervello" del Napoli, Jorginho, è osservato da vicino da Rafinha, l'altra novità nerazzurra, titolare del ruolo di trequartista. E l'Inter tatticamente risulta messa bene: riesce per tutto il primo tempo a rendere innocua la fitta ragnatela di passaggi dei "sarriani" portando quel pressing alto che non si vedeva da tempo. Candreva cerca spesso di accentrarsi sia per trovare la giusta linea di passaggio sia per concedere l'avanzata a Cancelo: e a destra i nerazzurri costruiscono buone iniziative, cosa che invece non si vede a sinistra dove D'Ambrosio è più timido e Perisic risulta anello debole e poco reattivo. Le occasioni, va detto, latitano per 45 minuti. In senso letterale: un paio di tiri di Insigne e Hamsik, un sinistro a giro di Candreva finito a lato. Eppure entrambe provano a sviluppare calcio, a giocare sempre la palla senza mai buttarla via ma entrambe non concedono un centimetro all'avversario e l'arma dell'Inter, la ripartenza nello spazio, risulta spuntata per qualche puntuale errore tecnico negli ultimi 20 metri. In fase di non possesso i nerazzurri si mettono con un 4-4-2 che offre compattezza e sicurezza: agli uomini di Sarri non riesce l'imbucata e anche il fraseggio stretto è messo a dura a prova.
Il problema dell'Inter resta trovare la pericolosità e l'incisività offensiva; quello del Napoli scrollarsi di dosso il pensiero della vittoria obbligata in un momento decisivo, o quasi, della stagione. E' ancora Spalletti che prova a mischiare le carte iniziando la ripresa invertendo i terzini per dare, con Cancelo, più spinta al lato sinistro. Poi passando a un 4-4-2 (o 3-5-2 a seconda delle sgroppate del portoghese) con Eder che sostituisce Rafinha. Il Napoli non rinuncia a salire e manovrare lentamente con la sua qualità (Insigne pericolosissimo con un pallonetto in area) mentre l'Inter prova a prendersi il campo in velocità. Il dispendio di energie porta entrambe a commettere diversi errori e a perdere palloni potenzialmente letali ma le squadre sembrano sulle gambe quando è il momento di trovare il guizzo decisivo. La tecnica e la velocità dei tre tenori napoletani sbatte contro il muro Miranda-Skriniar con i nerazzurri costretti ad abbassarsi (e tornati al modulo di riferimento con l'ingresso di Borja Valero). Karamoh e Milik sono le mosse della disperazione di due allenatori che fino all'ultimo provano a vincerla. Ma che però non riescono a incidere. Resto lo 0-0, qualche rammarico in più per il Napoli e per il suo sogno, la consapevolezza di essersi forse ritrovata per l'Inter. Che, a conti fatti, è quella che va a casa più contenta.
Skriniar 7,5 - Autentico muro: ferma Insigne con una sicurezza incredibile allargando la gamba con tranquillità olimpica. Centra il palo di testa creando l'occasione più pericolosa del match
Brozovic 7 - Convince nel ruolo di mediano: prezioso in chiusura e bei lanci e cambi di gioco per provare a far ripartire l'azione. una delle note più positive per Spalletti
Gagliardini 6,5 - Recupera una gran quantità di palloni, ci mette il fisico e a volte anche una certa aggressività nei contrasti
Perisic 5 - Un paio di rientri preziosi ma sulal sua corsia sembra non avere gamba nè il tocco giusto. Qualche movimento in più nella ripresa ma resta lontanissimo dalla sua miglior condizione
Koulibaly 7 - Colosso nel cuore della difesa. Qualche minima sbavatura a cui rimedia sempre ed è sempre ben posizionato
Insigne 6 - Il più pericoloso dei suoi davanti con un paio di conclusioni da fuori e un pallonetto alto sopra la traversa. Ma trova davanti un muro e non riesce ad essere pericoloso come sa
Hamsik 5 - Tenuto a bada da un buon Gagliardini, non trova mai spazi e spunti