L'ultratrailer Zanda: "Chiamatemi il Sardo Bionico: torno a fare sport e insegno ai bimbi"

L'atleta 60enne, sopravvissuto alla Yukon Artic Ultra, dopo l'amputazione dei piedi è ora in attesa dell'intervento agli arti superiori

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Il Massiccione si è già auto-ribattezzato Il Sardo Bionico. Usa l'ironia Roberto Zanda, l'ultratrailer 60enne sopravvissuto ai meno 50 gradi della Yukon Artic Ultra: disperso per 17 ore con mani e piedi congelati, dopo essere stato miracolosamente salvato l’atleta cagliaritano era stato dapprima ricoverato ad Aosta - dove gli sono stati amputati gli arti inferiori - ed ora si trova al Cto di Torino dove nei prosismi giorni è in programma l’operazione alle mani.

"Ho tanta voglia di tornare a mangiare il pecorino, la salsiccia, e di bere un bicchiere di vino della mia Sardegna" ha raccontato dal suo letto di ospedale, sfoderando un sorriso sincero e un ottimismo contagioso. "Sono un paziente impaziente, che ha tanta voglia di normalità: voglio andar via di qua e ricominciare a fare sport. Perché io sono un uomo molto fortunato. E mi vanto delle mie protesi!".

E una nuova vita si profila all'orizzonte: "Sì, ma sempre facendo ciò che mi piace e parlando ai ragazzi: ho ricevuto tanti inviti, andrò nelle scuole per incontrare i bambini". Portando loro il suo insegnamento e trasmettendo i valori che lo hanno guidato nelle sue imprese: positività, dedizione, passione, sacrificio.

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