Un Gregorio Paltrinieri regale si prende la medaglia d'oro agli Europei di nuoto in vasca corta, dominando i 1500 stile libero: il suo tempo di 14:17.14 è inarrivabile per Christiansen, secondo e crollato dopo i 1300, e Aubry terzo. Oro anche per una splendida Margherita Panziera nei 200 metri dorso: per lei il crono di 2:01.45 (anche record italiano), battute l'ucraina Zevina e la olandese Toussaint. Argento per Ilaria Bianchi nei 200 farfalla.
L'aggettivo "regale" non è usato a sproposito: Gregorio Paltrinieri mette infatti il terzo oro nella sua personale bacheca per quanto riguarda i 1500 stile libero negli Europei in vasca corta (che aveva già vinto nel 2012 a Chartres e nel 2015 a Netanya) dopo una prestazione in cui c'è tutto il suo repertorio. Si tratta infatti di un autentico trionfo, frutto di tecnica, potenza, classe e anche pazienza. La vittoria sembra infatti una questione a tre per ben 700 metri, in cui Greg nuota fianco a fianco e spalla a spalla con i due avversari più temuti: Henrik Christiansen e soprattutto Mychajlo Romanchuk (oro nei 1500 in vasca corta sia agli Europei del 2017 che ai Mondiali del 2018). I tre sono accorpati nelle tre corsie centrali, e rimangono incollati a lungo l'uno all'altro. Paltrinieri si prende la testa della gara già ai 50 metri ma sembra non riuscire a scappare: i 250 metri vedono infatti l'Azzurro e Romanchuk arrivare con lo stesso tempo al centesimo. Sembra proprio l'ucraino il principale avversario di Paltrinieri, che però quando si ritrova secondo (ai 300 metri) è a causa del sorpasso di un Christiansen pronto ad aspettare il momento giusto. Il campione di Carpi ha però la pazienza di capire che è troppo presto per lo strappo: è infatti ai 700 metri che accelera improvvisamente, rompendo una situazione di estenuante equilibrio. Chi subito accusa il colpo è un po' a sorpresa Romanchuk (che infatti terminerà la gara addirittura fuori dal podio), mentre il norvegese non permette a Paltrinieri di scappare. Il distacco rimane infatti compreso tra il secondo e mezzo e i due secondi, fino al secondo strappo: è quello dei 1300 metri, a cui nemmeno Christiansen ha la forza di rispondere. Il distacco cresce a 2.66 ai 1350 metri, poi addirittura a 2.79 ai 1400. Intanto il francese Aubry sopravanza Romanchuk e si prende il podio. Un podio in cui però il sovrano ha un nome e un cognome ben precisi: Gregorio Paltrinieri.
Ma oltre al suo re, il nuoto italiano saluta oggi anche una splendida regina. Che fosse la sua specialità lo si era capito già nel 2018, quando agli Europei aveva conquistato la medaglia d'oro nei 200 dorso in una finale dominata su Daria Ustinova e Katalin Burian. Mancava però l'exploit negli Europei in vasca corta, e Margherita Panziera se lo prende ancora una volta a Glasgow, città evidentemente legata al suo destino. Dopo la delusione nei 100 metri, infatti, la veneta trova il modo di riscattarsi con le armi a lei più congeniali: il ritmo e la progressione. Già la sua partenza è però di ottimo livello, tanto da porla già a ridosso di Zevina e Toussaint (Margherita ai 50 metri è terza, a soli 10 centesimi dall'ucraina). Man mano che la gara entra nel vivo, però, non c'è più modo per le avversarie di rientrare: l'Azzurra a metà gara è già prima, con 5 centesimi di vantaggio e un distacco sulle rivali che aumenta inesorabilmente fino alla fine, tanto da permetterle il lusso di chiudere l'ultima vasca limitandosi a controllare. E questo successo permette alla Panziera anche di stabilire il nuovo record italiano, abbassando il precedente limite che aveva lei stessa fissato (2:01.56).
Sfiora l'oro Ilaria Bianchi, che nei 200 farfalla conquista comunque una straordinaria medaglia d'argento dopo aver condotto una gara persa solo nella parte finale contro una fuoriclasse come la ungherese Katinka Hosszu. La partenza dell'emiliana è folgorante, tanto che al primo rilevamento cronometrico, quello dei 50 metri, conduce con ben 44 centesimi su Zsuzsanna Jakabos (che poi conquisterà la medaglia di bronzo). La progressione della Hosszu comincia a farsi sentire ai 100 metri, visto che proprio lei diventa la prima inseguitrice di una Bianchi che comunque conduce di 1.08. L'Azzurra riesce comunque a contenere la rivale anche nel terzo quarto di gara, tanto che la magiara è ancora lontana oltre un secondo (1.01). La sbandata all'ingresso dei 175 le costa però il sorpasso in vetta, e dopo un finale all'insegna della grandissima fatica arriva un secondo posto importantissimo. Che, anche in questo caso, porta con sé il nuovo record italiano.
Niente medaglie invece per Federica Pellegrini, che nella finale dei 100 stile libero non va oltre il sesto tempo, nella gara vinta dalla britannica Anderson sulla francese Gastaldello e la olandese Heemskerk: per la campionessa di Mirano, non una specialista della distanza, il discreto tempo di 52:30 (la vincitrice nuota in 51:49). Amarezza per Simone Sabbioni, quarto nei 100 dorso e a tre centesimi dal bronzo del rumeno Glinta (vittoria al russo Kolesnikov, secondo il tedesco Diener). Settima nella finale dei 100 misti donne Costanza Cocconcelli (oro ancora alla Hosszu, davanti alla russa Kameneva e alla finlandese Laukkanen). Sesto Alessandro Miressi e settimo Federico Bocchia nei 50 stile libero, che vedono il successo del russo Morozov sul francese Manaudou.