Reduce da tre gare senza vittorie e senza gol, l'Inter contro il Cagliari non può più sbagliare per rimanere agganciata al treno Champions League. "La vittoria è l'unico obiettivo - ha spiegato Spalletti - Ci eravamo creati la possibilità di gestire qualcosa, ce la siamo giocata. Abbiamo qualità tecnica, ma dobbiamo anche metterci carattere e fisicità. Dobbiamo mettere qualcosa in più in queste 6 partite". Probabile conferma per la difesa a 3.
Avete avuto una frenata inattesa, cosa vi serve per entrare in Champions?
"Ci eravamo creati la possibilità di gestire qualcosa, ce la siamo giocata. Restano sei partite, non so quanti punti serviranno per raggiungere la Champions o cosa ci riserverà il futuro, ma noi dobbiamo ragionare partita dopo partita. L'analisi della partita di domani è che la vittoria è l'unico obiettivo. Il fatto che si venga da qualche risultato non pieno e da qualche partita in cui abbiamo segnato poco non deve farci fare confusione rispetto alle prestazioni fatte, perché lì secondo me siamo a posto. E' chiaro che il gol fa la differenza perché i punti se fai gol e vinci sono tre, altrimenti sono uno".
Servono qualche gol in più da Rafinha, Brozovic e Candreva per la Champions? "L'obiettivo è quello di metterci qualcosa in più sia individualmente che collettivamente. Ci sta che ci siano altri calciatori che portino un numero superiore di gol fatti e che ci si prenda sempre in carico di metterla a disposizione. Abbiamo solo questa stagione, dobbiamo mettere qualcosa in più in queste sei partite. Dobbiamo determinare noi la strada dove andare". Il primo tempo di Bergamo la preoccupa? "Il secondo tempo è stato diverso, i primi 20' sono stati quelli lì. Il primo tempo è già passato, fosse stato all'inverso no. Ho rivisto le gare precedenti giocate lì dall'Inter e non sono state così diverse. Anche quando l'Atalanta era in difficoltà di classifica le partite sono state difficili".
A Bergamo l'Inter ha faticato di più nel gioco, nelle uscite e davanti alla porta. Cosa è mancato?
"E' mancato avere una consistenza fisica da oppore all'Atalanta. Dovevamo rendergli la vita più dura nell'uno contro uno. Se loro sono aggressivi e io riesco a tenere botta mi prendo più punizioni. Se mi porti via la palla senza fare fallo è segno che non ho lottato fino in fondo. Se me ne fischiano solo dieci è segno che ho lottato poco, perché quello è l'elemento fondamentale. E poi dopo il recupero palla, il fatto di non buttarla in fallo laterale, ma di metterla dove la devo mettere. Invece nel riconquistare si è interrotto l'azione ma non si è avviata bene la nostra. Poi a volte la devi spazzare e prendere campo, come nel rugby, però quando la tiro verso i miei magari la pulisco e poi vado a far male. Questo passaggio mi garba poco".".
Che momento sta attraversando ora l'Inter?
"E' un momento in cui sappiamo cosa fare e dove andare. Leggiamo i numeri in modo positivo".
Karamoh un'arma in più. Come mai a Bergamo è entrato tardi?
"E' vero, potevo metterlo un po' prima. E' un bravo ragazzo ci potrà servire".
La Roma con la Champions può perdere qualcosa?
"La Roma è quella che ha il calendario pià abbordabile, almeno guardando la classifica. Dai miei mi aspetto un passo avanti nel carattere. La vittoria contro il Barça gli ha dato grande consapevolezza, ha alzato l'asticella. Dobbiamo tutti ringraziare la Roma".
"Va visto oggi ma già ieri ha fatto il possesso palla, è stato dentro l'allenamento".
Riallacciandoci alle gare che mancano, guarderà anche chi la precede in classifica?
Cosa le dà in più il 3-4-2-1?
"In più mi dà il fatto che domani giocando contro un 3-5-1-1 troviamo nella fascia centrale otto calciatori e da lì devi passare. Sbrogliare quella matassa non è facile per cui bisogna non dargli la possibilità di essere in superiorità numerica lì e ci palleggiano. Allo stesso tempo hanno Sau, che è una punta messa qualche metro più dietro e fa un grande lavoro attorno a Pavoletti. Quando buttano la palla dietro la linea difensiva arrivano con i due attaccanti e due centrocampisti e si prende gol come a Cagliari all'andata. Allo stesso tempo bisogna rompere il fortino difensivo a tre che hanno. La difesa a quattro si può rifare ma bisogna lasciar andare i terzini e hanno tanti metri da fare quando tornano indietro a fare il terzo centrale e ci sono situazioni pericolose. Ma si può giocare in entrambi i modi, è l'equilibrio che fa la differenza".