All'Olimpico la Roma batte il Genoa 2-1 e si riprende il terzo posto, assieme alla Lazio, a quota 64 punti, scavalcando l'Inter. Giallorossi avanti al 17' con Under, bravo a fiondarsi su una punizione calciata da Kolarov. Il raddoppio arriva a inizio ripresa con l'autorete di Zukanovic al 52' che di testa beffa Perin deviando nella propria porta un corner calciato sempre dal serbo. A un buon Genoa non basta Lapadula che accorcia al 61'.
E' servita un bel po' di sofferenza finale e anche la rabbia di Di Francesco, non soddisfatto dell'atteggiamento della sua Roma che dopo un buonissimo primo tempo si è come sfilacciata, è arretrata e ha rischiato di fronte a un ottimo Genoa, per nulla rinunciatario. Ma alla fine i giallorossi strappano tre punti vitali nella corsa Champions mantenendo il passo dei cugini laziali e rispendendo fuori dalla zona nobile della classifica l'Inter. Con una buona dose di turnover in vista degli impegni con Spal e soprattutto Liverpool, la Roma non si è snaturata e il calo finale è stato più che altro fisico e mentale, probabilmente più che comprensibile alla luce delle emozioni dell'ultima settimana vissuta sempre a cento allora.
Come annunciato alla vigilia, infatti, Di Francesco cambia sì, ma senza stravolgere la sua Roma che torna al 4-3-3: di inedito c'è il centrocampo con Gerson, Gonalons e Pellegrini. Le chiavi sono soprattutto due: il movimento incessante dei terzini Kolarov e Florenzi, a costante supporto dell'azione offensiva, e la posizione di Under che cerca sempre lo spazio tra Migliore e Zukanovic aprendone a volontà proprio per Florenzi. Gerson e Pellegrini gestiscono palla e costruiscono, Gonalons resta guardingo e mantiene la posizione davanti alla difesa dando così equilibrio e soprattutto sostegno ai due centrali, lasciati soli dalle avanzate, appunto, dei terzini. E la Roma spinge forte per 30-35minuti con una manovra fluida e un giropalla sempre ragionato e mai frettoloso. Giocano in sicurezza i giallorossi e più di tutto cercano di non farlo fare al Genoa andando a portare, come chiede Di Francesco, un pressing sempre alto con almeno 4 uomini per impedire al Grifone di iniziare a impostare da dietro. Per questo motivo all'inizio la squadra di Ballardini, che resta bassa e attendista, si affida soprattutto al lancio lungo, evitando di giocare palla a terra. Il vantaggio romanista arriva da una punizione velenosissima calciata da Kolarov e sulla quale Under è un falco ad avventarsi anticipando tutta la difesa rossoblu, Perin compreso. El Shaarawy cerca di spaccare la linea che si ritrova davanti con strappi in velocità, Pellegrini è bravo fra le due linee: in generale i giallorossi si scambiano bene le posizioni, con le consuete giocate di sponda di Dzeko, nonostante il Genoa sia messo bene e sul finire del primo tempo provi ad alzare la testa approfittando dell'inevitabile necessità romanista di respirare e recuperare fiato. L'occasione migliore per gli ospiti capita sulla testa di Hiljemark che manda alto un cross col contagiri di Migliore (in precedenza ci avevano pensato le solite sicurissime uscite di Alisson a sbarrare la strada a Rigoni, Lapadula e Rosi).
Il botta e risposta di inizio ripresa porta la Roma prima sul 2-0 (con l'autogol di Zukanovic che di testa manda in rete un corner di Kolarov) ma poi tocca al Genoa rivitalizzare la gara con il bel colpo di Lapadula, bravo a infilarsi tra Manolas e Jesus, dal limite a sfruttare il lancio di Pandev dopo una palla persa da Gerson a metà campo. La mossa di Ballardini porta i suoi al 4-3-3 con gli ingressi di Migliore, Cofie e Rossi. La contromossa di un Di Francesco spaventato proprio dal Pepito (su cui salva Alisson) prevede il ritorno alla difesa a 3 con l'ingresso di Manolas. Perché la Roma della ripresa è meno spumeggiante e lucida. Le fasce però offrono sempre soluzioni e soprattutto ci sono le spalle larghe di Dzeko, maestoso in ogni giocata. Ma a giocare con più tranquillità diventa proprio la squadra di Ballardini che porta tanti uomini in area con gli inserimenti di Rigoni che danno ulteriore densità oltre ai tre davanti. La Roma cala e soffre, cerca di gestire e controllare ma non riesce a evitare di esporsi ai rischi delle ripartenze targate Lapadula-Rossi. Nei minuti finali Florenzi potrebbe evitare il batticuore all'Olimpico ma per tre volte non riesce a superare Perin e chiudere i conti con l'ingresso di Schick incapace di portare freschezza e far salire la squadra. Ma alla fine la Roma tiene, regge e porta a casa una vittoria fondamentale. Che non sarebbe stato facile lo si sapeva. Un buonissimo Genoa lo ha confermato.
Under 7 - Nell'uno contro uno ha quasi sempre la meglio. E' vivace, frizzante e la Roma è pericolosa soprattutto dal suo lato. La sua posizione mette in difficoltà il Genoa. Segna il primo gol e propizia il secondo perché il corner da cui nasce l'autogol lo procura lui con un'iniziativa personale sulla destra che è tutta tecnica e velocità.
Juan Jesus 5,5 - Appare meno preciso rispetto a Fazio, qualche sbavatura c'è. E si fa infilare da Lapadula sul gol del 2-1
Florenzi 6 - Corre talmente tanto che a volte arriva poco lucido e preciso al cross o al tiro. Ma lui c'è sempre e di occasioni ne costruisce offrendo sempre la possibilità della giocata o dell'inserimento. Nel finale non trova il gol della sicurezza dopo una ripresa in calo
Lapadula 6,5 - Tanto movimento a cercare di infastidire la difesa giallorossa. Puntuale e preciso sul gol che tiene aperta la gara
Zukanovic 5 - Sull'autogol è goffo e sfortunato, ma con Under è sofferenza continua
El Yamiq 6 - L'esordio in Serie A è positivo anche se tutta la sua difesa è messa sotto pressione e lui è quello che sbaglia meno
Roma (4-3-3): Alisson 6,5; Florenzi 6, Fazio 6, Juan Jesus 5,5, Kolarov 6,5; Gerson 6 (25' st Manolas 5,5), Gonalons 6, Pellegrini 7; Under 7 (31' st Schick 5), Dzeko 6,5, El Shaarawy 6 (37' st Strootman sv). A disp.: Skorupski, Lobont, Silva, Bruno Peres, Capradossi, Nainggolan, De Rossi, Antonucci, Luca Pellegrini. All.: Di Francesco 6,5
Espulsi: -