Spalletti fa mea culpa sui cambi. Santon, altro errore. E Wanda critica la sostituzione

Il tecnico nerazzurro: "Pagherò le conseguenze"

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"I cambi sono sbagliati, me ne prendo la responsabilità, ne pagherò le conseguenze. Volevo sostituire Perisic che aveva chiesto il cambio. Poi mi ha detto che ce la faceva e c'era da fare partita difensiva, così ho deciso di sostituire Icardi con Santon". Alla fine di un Inter-Juve manifesto di tutti gli Inter-Juve possibili, Luciano Spalletti in conferenza stampa torna sui suoi passi e si addossa le colpe per quella sostituzione dopo la quale l'Inter è crollata, prendendo due gol e perdendo il derby d'Italia nel finale.

Sabato erano 8 anni esatti da Barcellona-Inter 1-0, quella prova di orgoglio, coraggio e difesa spietata che consentì all'Inter, in dieci da metà primo tempo per il rosso a Thiago Motta, di resistere ai colpi del Barcellona e di volare in semifinale di Champions. Otto anni dopo un altro match quasi tutto in inferiorità numerica, stavolta contro la Juve. E un'altra partita da leoni: da anni San Siro non si compattava così, non si accendeva così, di orgoglio e ferocia, di tifo puro e di pazzia. Poi l'Inter ha perso, in un finale di gara da matti, con l'autogol di Skriniar e il gol di Higuain. 
Reti che sono arrivate non appena Spalletti ha gettato nella mischia Santon, rivoluzionando l'assetto della difesa nerazzurra.

Con l'Inter in 10 dall'inizio Spalletti aveva effettuato un solo cambio: Borja Valero per lo stremato Rafinha. All'85' da diversi minuti era pronto il cambio di Santon. Ma dalla panchina nerazzurra si percepiva tanta confusione. Un cambio ritardato, non deciso fino all'ultimo. Candreva aveva i crampi, Perisic era stanco, Spalletti voleva mettere Santon per mettere freschezza e centimetri. Alla fine è uscito Icardi e Spalletti ha rivoluzionato la squadra che fino a quel momento aveva retto. Ha messo Santon terzino sinistro, facendo traslocare D'Ambrosio a destra, alzando, su quella fascia, Cancelo. Perisic è andato a fare il riferimento più avanzato. Ma l'Inter, così, è crollata. Sono mancate le certezze che per tutta la partita avevano consentito ai nerazzurri di resistere, senza sbandare.

Non sono in pochi ad addossare tante colpe a Santon, che in questa stagione ha messo il sigillo su tanti episodi sfortunati per l'Inter: contro l'Udinese (rimpallo smarcante per gli avversari e fallo di mano con rigore), contro la Roma (retropassaggio per El Shaarawy, che va a fare gol) e ora contro la Juve: prima si è perso Cuadrado, non intervenendo per paura di fare fallo da rigore. Poi ha mollato Higuain nella marcatura sulla punizione che ha portato al 2-3. E alle lacrime di Icardi.

Ecco, Icardi. Contro la Juve segna sempre, non è una novità (ottavo gol). Ma forse per la prima, vera, volta, il popolo nerazzurro ha capito che Icardi deve e può essere il capitano di questa squadra. Ha offerto una prestazione generosissima, lui tacciato tante volte di essere fuori dal gioco, pronto solo a muoversi in area. Ha rincorso, anche a vuoto, con la foga e la voglia e l'orgoglio di tutti gli interisti allo stadio. Poi, uscito lui, stanco ma forse utile per tenere un po' più bassa la Juve, il castello nerazzurro è crollato.

E alla fine sono arrivate le critiche per Spalletti anche da Wanda Nara. La moglie di Icardi ha inondato Twitter con una serie di tweet che celebravano il gol, i numeri e la prestazione di Icardi. Tra questi, anche quello di un giornalista argentino che recitava: "Perché l'allenatore ha tolto Icardi quando mancavano 4 minuti? Per il gioco, per la sua presenza in campo, Maurito era un giocatore chiave. È uscito e la Juve ha fatto due gol".

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