"Con il Milan serve entusiasmo"

Il tecnico della Juve presenta la finale contro il Milan: "Sarà equilibrata. Gattuso è stato bravo. Futuro? A fine stagione programmerò con la società"

Allegri è concentrato sulla finale di Coppa Italia. "Scudetto? Fino a che la matematica non ce lo dà stiamo tranquilli - ha spiegato -. Dobbiamo giocare una gara di entusiasmo, perché nelle ultime due abbiamo avuto un po' di brividi e di fronte c'è una squadra molto difficile da affrontare". Sul futuro. "A fine stagione ci siederemo a tavolino e programmeremo il futuro". Al suo fianco Buffon. "Col Milan mai favoriti, l'ho capito dal lontano 2003".

E' lo scudetto che vi piace di più perché è stato introdotto il Var?
"Parlarne stasera non ha senso, ne parleremo domenica. Parliamo della Coppa Italia. E' una partita molto importante, dobbiamo giocare una gara con grande entusiasmo contro un Milan che... è comunque un Milan-Juve, una gara sempre complicata".

Cuadrado terzino primo acquisto per l'anno prossimo?
"Non parlo di scudetto, tantomeno di mercato. Ha giocato bene a Milano. Può tranquillamente farlo".

Hai avuto Gattuso da giocatore: ti aspettavi potesse fare così bene subito? 
"Rino è un appassionato di calcio e un testone. Non è semplice sedere sulla panchina del Milan dopo esperienze molto diverse, è stato ed è molto bravo. Il Milan da quando c'è lui ha conseguito risultati molto importanti. E poi quando hai giocato a livelli importanti rimetterti in discussione non è semplice e Gattuso è stato bravo, così come Filippo Inzaghi".

Benatia giocherà titolare? 
"O gioca lui o Rugani. Giocheranno due tra Rugani, Barzagli e Benatia se decideremo di fare la difesa a tre, ma non è detto. Mandzukic? Stanno tutti bene, il Milan è una squadra che ci mette in difficoltà, è una finale bisogna giocarla con grande equilibrio e testa".

Si aspetta applausi da tutta Italia in caso di vittoria della Coppa Italia? 
"Io non mi aspetto nulla e poi a noi le critiche hanno fatto bene. Però, non dimentichiamoci che è in arrivo il settimo Scudetto consecutivo ed è un risultato straordinario: godiamo anche di quello che abbiamo ottenuto. La fortuna di ogni allenatore è la società alle spalle in grado di mettere a disposizione del tecnico un gruppo di giocatori e uomini e nella mia carriera, per mia fortuna, è sempre stato così".

Marotta ha detto che vede la Juventus del futuro ancora con lei.
"Innanzitutto dobbiamo portare a casa i trofei. Le frasi di Marotta possono solo farmi piacere, io con la società ho un ottimo rapporto e ha lavorato benissimo in questi quattro anni. Dopo il mio primo anno la società ha completamente ribaltato il gruppo con ottimi risultati. Poi a fine stagione, ci siederemo a tavolino e programmeremo il futuro".

Che partita ti aspetti da Dybala?
"E' un giocatore che ha fatto tanti gol e ha grande opportunità di crescita. Mi aspetto una gara importante, troverà tanti spazi e può fare bene".

Quanto è cambiato il questi quattro anni? 
"Sono cresciuto sempre, alla Juventus ma anche nelle mie esperienze precedenti. Ma la crescita non deve finire ora, spero io smetta di crescere quando finirò di allenatore, momento che non arriverà tra non troppi anni".

Che annata è stata questa per te?
"Sicuramente è stata un'annata emotivamente complicata, quello è innegabile, perchè è cominciata troppo presto per poter avere poi la forza di gestire con razionalità tutto quello che via via accadeva. Perchè è cominciata da novembre con una delusione che avrebbe ammazzato chiunque. Tant'è che anche recentemente, dopo qualche problemino che abbiamo avuto con la Juve di classifica, ogni mattina mi svegliavo, mi guardavo allo specchio e vedendomi in piedi mi dicevo: o sei la persona più forte del mondo, o sei la persona più infima e schifosa del mondo, perchè riuscire a stare ancora in piedi alla mattina con questa forza, non è da tutti dopo tutto quello che è accaduto quest'anno. Però non mi sono ancora risposto, devo capire ancora se sono più forte o più infimo. Valuteremo".

Temuto di chiudere la stagione con zero titoli?
"Certo, nessuno ti regala niente e di semplice non c'è stato nulla. La sceneggiatura di questa annata faceva presagire sorprese in negativo. Quindi le antenne sono sempre state molto dritte. Se pensiamo poi a quello che è successo in campionato nelle ultime due settimane, adesso siamo moderatamente fiduciosi e convinto, ma sfido chiunque ad esserlo all'86' a San Siro".

Qual è stata realmente la vostra forza?
"La nostra forza pensa sia stata la medesima, quando la Juve dà la sensazione di essere spacciata riesce a rimettere in piedi partita, risultato e stagione come se avesse sette vite. Il comun denominatore della Juve negli ultimi 7 anni non ei è annacquata. Per quando mi riguarda ne parleremo tra qualche giorno dopo che mi sarò incontrato col presidente".

Alla luce della classifica di Serie A, partite nettamente favoriti. Che tipo di partita ti aspetti?
"Guarda, per la storia che caratterizza le due squadre, col Milan ho cominciato ben presto a capire che non si parte mai favoriti, sin dal lontano 2003 di una finale di Manchester. E devo dire che ad oggi, che siamo nel 2018, penso insieme ai miei compagni e alla società di aver fatto 4 finali col Milan, 2 le hanno vinte loro ai rigori, una l'abbiamo vinta noi ai supplementari e un'altra l'abbiamo vinta sempre noi ai rigori. Il che significa che col Milan le partite difficilmente finiscono al 90' perchè regna un grande equilibrio. Perchè al di là dei valori tecnici, sono gare nelle quali tutto si appiana. Per cui anche domani immagino sia la stessa cosa".

Avevi sempre lasciato la finale di Coppa Italia al tuo vice. Che effetto ti fa giocarla? C'è stanchezza, ma cosa serve per portare a casa questo trofeo?
"In effetti devo dire che il ricordo di una finale di Coppa Italia è abbastanza impolverato, se non erro era il '99, più o meno, per cui sono passati quasi 20 anni. Però il fatto che abbia l'opportunità di rigiocarla da protagonista è molto bello ed è molto stimolante per me. Poi è chiaro che a differenza di 20 anni fa, dove a parte la Coppa Italia non c'era mai spazi per l'altro portiere, penso che negli ultimi 6-7 anni sia cambiato molto il calcio e non ci sia più il ruolo del secondo portiere come veniva concepito una volta. Adesso almeno nelle grandi squadre, i secondi portieri almeno una quindicina-ventina di partite le fanno sempre, perchè non sono secondi portieri in realtà, ma sono dei grandi portieri che si abbinano a un altro, spero, grande portiere. la stanchezza non esiste in queste partite, siamo stanchi noi quanto lo sarà il Milan, alla stessa maniera. La stanchezza sarebbe solo un alibi per cercare di gestire un post-brutto risultato. Ma la stanchezza che abbiamo noi è uguale a quella che ha il Milan".
Tra 15 giorni ti vedremo in Nazionale?
"In questo momento non è il pensiero ricorrente, non ci sto pensando. Sicuramente non ricordo con piacere le tantissime polemiche per il disturbo procurato alla Nazionale a marzo. Sono una persona che ha impostato la vita su orgoglio e dignità. Vedremo".