Dopo il no al settlement agreement (che si è aggiunto al no al voluntary agreement del 15 dicembre 2017), cosa succederà al Milan? I rossoneri ora andranno alla camera giudicante del Controllo Finanziario per Club dell'Uefa, che è composta da cinque membri e il presidente è un portoghese, José Narciso da Cunha Rodrigues. Questo è il grado di giudizio, che entro il 15 giugno sanzionerà il Milan. Ma come funziona? La decisione avviene a maggioranza, con la presenza di almeno tre membri. Il Milan dovrebbe presentare una memoria scritta e potrebbe essere sentito anche verbalmente. Qualsiasi decisione sarà presa, i rossoneri possono fare appello solo al Tribunale Arbitrale dello Sport, il Tas di Losanna, con una procedura di estrema urgenza. Una considerazione basata sui fatti: non è semplice che il Tas ribalti una sentenza come questa.
Ma cosa accadrà se l'Uefa entro il 15 giugno sanzionerà il Milan con la pena massima, ossia l'esclusione dall'Europa League conquistata sul campo con il sesto posto? Atalanta e Fiorentina sono in attesa. Ovviamente l'ultima considerazione spetta all'Uefa, ma i bergamaschi sarebbero qualificati direttamente alla fase a gironi (proprio al posto dei rossoneri) e la Fiorentina si qualificherebbe per i preliminari (tre turni, non più due).
Nel 2013-2014 era successo al Parma (ma attenzione, si trattava di non aver ricevuto la licenza Uefa): al posto degli emiliani, era andato il Torino in Europa League. Nel 2014-2015, invece, era successo al Genoa (ma anche qui riguardava la licenza). Ed è per questo che in Europa si era qualificata la Sampdoria.
Una sanzione del genere avrebbe conseguenze gravissime sul Milan. Un danno di immagine ed economico senza precedenti. Si può ipotizzare una fuga degli sponsor, magari quelli legati proprio alla qualificazione europea. Non solo, ma anche una fuga dei giocatori più rappresentativi che non vogliono restare senza una competizione continentale. Magari anche a prezzi più bassi del loro valore perché il Milan non avrebbe più una posizione forte nelle trattative, proprio per la mancata volontà del calciatore di restare in rossonero.
Se l'Uefa, oltre all'esclusione dalle coppe europee, non bloccherà il mercato del club di via Aldo Rossi, la coppia Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli avrebbe comunque difficoltà nell'acquistare rinforzi. Chi verrebbe al Milan senza Europa League? Di certo, non i top player.
Una è quella legata alla presentazione del bilancio al 30 giugno 2018 per l'iscrizione al prossimo campionato. Senza dimenticare il rifinanziamento, che fin qui è stato tortuoso, del prestito del fondo Elliott. La cifra è di 303 milioni di euro. Questi soldi, insieme agli interessi, deve essere restituita entro metà ottobre. Yonghong Li, patron e presidente del Milan, è da tempo alla ricerca di un nuovo prestito, non lontano dai 500 milioni. A suo tempo, Fassone aveva dichiarato di avere tre proposte ed è probabile che Mr. Li possa accettarne una.
Quindi, cosa potrebbe succedere? La camera giudicante può considerare questi elementi oppure no, valutando quindi in base ai soli documenti dell'indagine Uefa. Non benissimo, insomma. Perché non ci sarebbe la certezza di poterne uscire senza l'esclusione dalle coppe europee.
Una delle motivazioni dell'Uefa al no al settlement agreement è legata a Elliott e al rifinanziamento appunto (il fondo anglo-americano, tra l'altro aveva offerto al Milan un prestito di 35 milioni per la gestione). L'Uefa vuole proprietà stabili. Se Elliott, per il mancato rientro del prestito di 303 milioni di euro, dovesse subentrare nel controllo del club, potrebbe non bastare per tranquillizzare il massimo organismo continentale. Infine, se Yonghong Li continuerà a essere il patron del Milan, dovrà rispetttare un'altra scadenza: l'aumento di capitale da 38,8 milioni (versati per ora 17,8 milioni).
Dalla stagione 2018/19 per iscriversi alla Serie A i club italiani dovranno rispettare il pareggio di bilancio. La Figc aveva emanato un "Manuale applicativo del Pareggio di Bilancio". In questo documento possiamo capire quali siano i ricavi e i costi rilevanti, quelli che andranno conteggiati dalla Covisoc per stabilire se una società è in linea di galleggiamento o no. A differenza del Fair play finanziario Uefa che fa riferimento a una cifra assoluta di perdita ammissibile (ora 30 milioni), la Figc tollera una deviazione pari al 25% della media del fatturato dei tre esercizi. Nel caso poi in cui il deficit complessivo ecceda il 50% della media del fatturato triennale, la Covisoc disporrà anche il divieto di tesseramento di nuovi calciatori professionisti per due sessioni di campagna trasferimenti a decorrere dalla stagione 2019/2020 (sia per la sessione estiva sia per quella invernale).