Quattro giorni dopo la gioiosa ubriacatura dell'Olimpico, ecco Luciano Spalletti. Un uomo felice, un tecnico appagato per quello che -in tre minuti- la sua Inter ha raccolto: rigore di Icardi, rosso a Lulic, gol di Vecino. Silenzio domenica sera, per lasciare lo spazio a Icardi e ai giocatori. Ora tocca a lui, parlare di quel che è stato (quanto serve) e soprattutto di quello che sarà. Il rinnovo del contratto fino al 2021, ogni promessa è debito, c'è o ci sarà, ma risulta fra le notizie non fondamentali. L'Inter è contenta di Spalletti, lui è contento e motivatissimo. Ha riportato la squadra in Champions. E ora comincia il difficile. Col mercato e l'allerta-Uefa. Spalletti è preciso: "In questo momento gli accordi con l'Uefa ci impediscono di riscattare Rafinha e Cancelo. Icardi? Dipende dal mercato".
"Grazie alla società per avermi fatto vivere questa emozione, con questi colori addosso. Grazie ai miei collaboratori che sono più bravi di me, mi fanno trovare tutte le cose a posto e anche di più: loro sono fondamentali. C'è stato da pedalare molto, abbiamo superato momenti difficili. E poi grazie a tutti quelli che stanno qui alla Pinetina, che stanno dietro le quinte, al Settore giovanile che è prezioso per tutto quello che fa e per i nostri allenamenti. Non vorrei scordare nessuno, ah no... Grazie ai tifosi che si mettono in fondo, ma loro sono la base, sono le fondamenta e le nostre sono importanti, si possono costruire grattacieli pieni di vittorie. Da qui ripartiamo. Anche a Roma è stato bellissimo, sono stato poco in campo, poi mi sono pentito e sono tornato in campo perché volevo stare vicino ai tifosi, che erano troppo felici. La Lazio è rimasta fuori dalla Champions, loro si meritavano un posto extra large durante tutto l'arco del campionato... Poi c'è stato il cuore, c'è stata la fortuna, l'equilibrio del campionato ci ha portato allo scontro diretto... La Lazio è squadra di valore, di rango, è cresciuta tanto e questo rende merito a quello che abbiamo fatto. E poi il campionato, pieno di colore e di calore, tanta gente, le imprese di Juve e Roma in Champions, Lazio e Atalanta in Europa League e ora il ritorno di Ancelotti nel nostro campionato, è la certificazione della crescita del calcio italiano e siamo contenti che sia tornato".
Quando ha capito che l'Inter sarebbe entrata in Champions?
"Il momento più bello l'ultima partita, il peggiore la sconfitta con la Juve, per come è maturata in quei pochi istanti. Il momento più brutto per me è stato quello che è accaduto alla famiglia Astori e sono vicino a loro".
Si può colmare il gap con le prime tre della classifica. Ma come?
"Noi dobbiamo essere ambiziosi. Dobbiamo migliorare perché qui siamo arrivato e vogliamo starci. Ci stiamo bene. Ci sono cose da fare meglio e solo così ridurremo lo spazio con chi ci sta davanti. Abbiamo già fatto tanto. I numeri sono lì, a confermare la crescita della squadra. Ora siamo saliti sul pianerottolo superiore della scala, e bisogna lavorare bene, essere bravi. All'inizio abbiamo sbagliato qualcosa la scorsa estate, abbiamo illuso i nostri tifosi, c'è quel rumore lì che ci circonda e bisogna essere all'altezza. Non bisogna raccontare cose sbagliate come la scorsa estate, poi diventa tutto più difficile".
Che tipo di mercato verrà fatto per affrontare la stagione?
"La società si è già mossa, e bene. Poi bisogna far tornare dei conti, per rispettare certi paletti. Il calcio è cambiato, col Var se ti danno un calcio di rigore si può tornare in dietro, prima no. Così ci sono regole da rispettare, la proprietà precedente aveva firmato un patto con l'Uefa e noi dobbiamo rispettarlo. Prima di fine mese noi dobbiamo fare tornare i conti e dunque risanare la società nei modi previsti, coi numeri a posto. Poi scatta la nuova stagione e si possono fare altre cose, ma prima occorre far bene quello che sta scritto nei patti con l'Uefa. E allora dico questo: in questo momento Cancelo e Rafinha non si possono riscattare. Poi vedremo in un secondo momento che cosa si potrà fare. Questa è la realtà. Poi, ripeto, vedremo cosa si potrà fare in seguito".
Icardi deve restare a tutti i costi? Lei rinnoverà il contratto?
"Per quanto mi riguarda, ho un contratto ancora per una stagione e non mi sembra importante discutere la mia posizione, il contratto lo si costruisce giorno per giorno, gara dopo gara e a me non interessa avere lo stipendio assicurato. Se noi avessimo continuato a non vincere come è accaduto in inverno, il mio contratto non avrebbe avuto senso. Icardi? Dipende da cosa gli propone il mercato, non ha senso trattenere un giocatore controvoglia. So che non è il suo caso, a lui l'Inter piace e molto, ma non si possono negare esperienze diverse a un professionista".
L'ultima partita contro la Lazio che cosa ha dato all'Inter del futuro?
"Ci ha dato la consapevolezza di aver vissuto una partita così, che è stata straordinaria per quello che sono stati il gioco, la tensione, l'emotività della squadra in campo e di chi sta in panchina. La Lazio ha fatto la sua partita, molto di comando, e noi siamo stati sempre lì, mai in balia, pronti a dare quello che avevamo dentro per vedere se anche loro cedevano. Questa è una forza che abbiamo dentro ed è quello che rimane, quello che resta fondamentale per la prossima stagione. Quel finale di partita fantastico contro la Lazio deve essere il nostro riscaldamento delle partite del futuro. Avete visto Ranocchia come è entrato all'Olimpico? Fino a quando resterò io all'Inter, Ranocchia deve restare qui, accanto a me, lui è la coscienza per gli altri nello spogliatoio. Con lui ci si confronta, ed è dura quando lo fa. Lui è bello, massiccio, puro dell'Inter al cento per cento".
Un anno dopo, la scorsa estate di mercato cos'è stata?
"Mi hanno fatto dei nomi, poi mi hanno messo a disposizione altro. Si è detto facciamo un mercato, e se ne è fatto un altro. Si sono dati via otto giocatori, se ne sono presi sei. Si è fatta confusione, si è ragionato male. E a un certo punto stop, non si fa quello che si è detto. E allora io potevo dire: allora cambiamo gli obiettivi, niente Champions League. Poi niente, sono andato dritto lo stesso per la mia strada, ma quello che mi avevano prospettato non si è fatto, e i giornalisti dicevano a scrivevano di nomi che qualcuno gli suggeriva e che non si potevano prendere. Che mercato è stato?".