Chris Froome ha vinto il 101° Giro d'Italia di ciclismo, che si è chiuso a Roma. La 21.a e ultima tappa si è conclusa, per i tempi ufficiali, al terzo giro: i corridori hanno minacciato di fermarsi se la frazione non fosse stata neutralizzata a causa della pericolosità di un pessimo manto stradale. Alla fine di lunghe trattative è arrivata la decisione della direzione corsa. Sono stati aboliti i due traguardi volanti.
I corridori hanno minacciato di fermarsi se la tappa non fosse stata neutralizzata con abbondante anticipo rispetto all'ultimo giro previsto. Volti tesi e trattative fittissime con la direzione di corsa che, per la salvaguardia dei ciclisti, ha stabilito la neutralizzazione al termine del terzo giro. Il provvedimento è stato comunicato dalla giudice di corsa Rossella Bonfanti alla maglia ciclamino Elia Viviani. Questi l'ha riferita a Chris Froome, che poi si e' avvicinato alla Bonfanti per un conciliabolo. Alla fine sono stati aboliti i due traguardi volanti. I giudici hanno stabilito che l'esito della 21.a e ultima tappa del Giro d'Italia è valido, ma non i tempi finali della corsa, presi dopo il terzo passaggio sotto il traguardo dei Fori Imperiali. Primo trionfo al Giro per Froome, che ha già conquistato quattro Tour e una Vuelta. Sul podio l'olandese Tom Dumoulin e il colombiano Miguel Angel Lopez. L'ultima tappa è stata vinta in volata dall'irlandese Sam Bennett, che ha bruciato allo sprint Elia Viviani.
Queste le maglie assegnate definitivamente alla fine del 101° Giro d'Italia:
Maglia rosa della classifica generale: Chris Froome (GBR).
Maglia azzurra della classifica del Gran premio della montagna: Chris Froome (GBR).
Maglia bianca della classifica di miglior giovane: Miguel Angel Lopez Moreno (COL).
Maglia ciclamino della classifica a punti: Elia Viviani (ITA)
La direzione di corsa del Giro all'Ansa: "Visto le varie dichiarazioni prive di fondamento uscite sui media teniamo a precisare che il Giro ha avuto 20 giorni per dichiarare il vincitore finale. Abbiamo scelto Roma e il suo percorso, perché voleva essere e vuole essere la passerella di un grande Giro: riteniamo che questa scelta valorizzi l'edizione 101. La decisone di neutralizzare i tempi è stata presa solo da un punto di vista sportivo e dispiace che sia stata strumentalizzata per altri fini".
Oltre 3.500 chilometri per spostare la carovana rosa da Gerusalemme a Roma. Il Giro d'Italia numero 101 non ha tradito le attese, con quattro uomini diversi a susseguirsi in maglia rosa, imprese autentiche come quella di Chris Froome nella tappa di Bardonecchia, crisi clamorose (da Chaves ad Aru, da Yates a Pinot) e una corsa aperta fino all'ultima tappa “vera”, la Susa-Cervinia, che ha di fatto consegnato il Giro all'uomo più atteso, Chris Froome. Che nella passerella finale ha raccolto gli applausi di Roma diventando il terzo uomo di sempre a conquistare consecutivamente i tre Grandi Giri, dopo aver vinto il Tour de France e la Vuelta di Spagna nel 2017, affiancandosi a due miti come Eddy Merckx (tra il 1972 e il 1973) e Bernard Hinault (tra il 1982 e il 1983). Tanto emozionante l'intera corsa rosa quanto poco elettrizzante l'ultima tappa: un circuito di 11.5 km da ripetere dieci volte, per complessivi 115 km. I primi giri si sono trasformati in un lungo trasferimento, con gruppo compatto e tanto di protesta dei ciclisti, che hanno chiesto (e poi ottenuto) che il tempo finale venisse neutralizzato non al penultimo passaggio sulla linea d'arrivo ma molto prima a causa del manto stradale giudicato pericoloso dai diretti interessati per colpa delle proverbiali buche delle strade romane. Così la giuria ha deciso di rendere di fatto nulli (dal punto di vista della classifica finale) gli ultimi sette giri del circuito, tanto che il trionfo ufficiale di Froome è arrivato ben prima che l'ultima tappa si concludesse. A quel punto, con Froome e gli altri uomini di classifica che si sono rilassati e staccati dal gruppo dei migliori, è iniziata la corsa vera, con una fuga di diciassette uomini ridottasi presto a tredici unità (Denz, Lutsenko, Boaro, Ventoso, Schillinger, Juul- Jensen, Senechal, King, Lindeman, Van Hoecke, Marcato, Zhupa e Fonzi), tenuta sotto controllo dal gruppo degli sprinter, con la Quick-Step Floors di Viviani (certo della conquista della maglia ciclamino già dopo l'ultimo traguardo volante) a fare la voce grossa. In testa alla corsa il gruppetto dei fuggitivi si seleziona ancora, con Juul- Jensen e Kuznetzov che staccano tutti gli altri ma poi vengono ripresi a un giro dalla fine. Nel finale tentano un'azione Martin, Mullen, Van Poppel e Senechal, sui quali si riporta anche Cattaneo. Le squadre dei velocisti però lasciano poco spazio anche a loro e la volata finale è inevitabile, con Viviani che parte per primo ma viene bruciato da Sam Bennett, che centra il suo terzo centro nella corsa rosa 2018. Si chiude dunque il Giro d'Italia 2018, con Froome che precede sul podio Tom Dumoulin e Miguel Angel Lopez. Per le altre classifiche, lo stesso Lopez fa sua la maglia bianca dei giovani; Elia Viviani conquista la maglia ciclamino della classifica a punti e Chris Froome fa il bis vincendo anche la maglia azzurra del miglior scalatore.