"I soldi di Yonghong Li stanno arrivando". Prima la notizia del New York Times, con il quotidiano a stelle e strisce fermo nel ribadire che il Milan verrà estromesso dalle coppe europee. Poi le parole dell'amministratore delegato rossonero Marco Fassone, volte a rassicurare tutto l'ambiente, con la conferma che l'aumento di capitale di 10 milioni da parte di Yonghong Li è imminente: "L'esclusione dalle coppe paventata dal New York Times? Sono le stesse cose che ormai leggiamo da tempo".
Secondo il New York Times, gli investigatori dell'Uefa avrebbero raccomandato l'esclusione del club rossonero dalle coppe europee per la violazione del financial fair play. Il prossimo 7 giugno il Milan si presenterà davanti alla camera giudicante dell'Uefa: la tesi del club è quella di chiedere di occuparsi solamente dei conti della società e non di quelli della proprietà. In seguito alla sentenza (attesa il 15 giugno), il Milan potrebbe fare ricorso al Tas di Losanna.
Entro lunedì invece sono attesi i 10 milioni di euro da parte di Yonghong Li per una nuova tranche relativa all'aumento di capitale. Soldi che, secondo l'ad Fassone, sono quindi in arrivo. Il proprietario del Milan dovrà versare, inoltre, ulteriori 32 milioni entro il 30 giugno prossimo, divisi in un versamento da 10 e l'ultima da circa 22 milioni.
Le parole di Fassone, dunque, sono arrivate dopo le notizie fatte filtrare dagli Stati Uniti dal New York Times: niente Europa League per il Milan. In attesa del pronunciamento ufficiale della Uefa, a sbilanciarsi è una volta ancora il principale quotidiano statunitense, da tempo molto attento a tutto quanto ruota attorno a Yonghong Li. Il Nyt cita fonti anonime che stanno prendendo parte al processo per spiegare che "gli investigatori della Uefa avrebbero raccomandato l'esclusione dei rossoneri dalle competizioni europee". Il motivo? Il solito, quindi l'incertezza societaria e, più in particolare, l'incertezza legata ai fondi di Li. Non è casuale, in questo senso, che gran parte della difesa milanista sia racchiusa proprio nel tentativo di distinguere tra il proprietario in senso stretto, quindi appunto Li, e il Milan in quanto società e, quindi, patrimonio del calcio italiano ed europeo. Un tentativo che, stando al NYT, andrà a vuoto.
Trattasi, al momento, di un'indiscrezione o, se volete, di un'anticipazione di quanto, intimamente, già pensano in casa Milan. Non lo dicono, perché sperano di sbagliarsi, ma un anno senza Europa è quanto di più vicino alla realtà si aspettano in via Aldo Rossi. Dove, in effetti, vagliano con attenzione crescente i passi di Li e, di conseguenza, le possibili e forse attese reazioni di Elliott.
Il fondo Usa, che altro non può fare - anche se più volte si è parlato di movimenti sotto traccia alla ricerca di nuovi investitori -, aspetta il primo passo falso dei cinesi per subentrare nella proprietà del Milan. Ogni momento è buono, perché le scadenze sono parecchie e ravvicinate. Li, però, ha fin qui rispedito al mittente ogni perplessità onorando gli impegni. Sono arrivati, lo scorso mese, i soldi della prima tranche dell'ultimo aumento di capitale varato dal CdA.
Ora, stando all'ad del Milan, è in arrivo il bonifico da 10 milioni per cui la scadenza era stata fissata a lunedì. Quindi Li resiste. E nessuno può muovere foglia contro la proprietà. Dando per scontati questi soldi, ne mancano 32 da versare entro fine giugno. Una rata significativa e non banale. Il Milan aspetta, Elliott pure, mentre Li non fa una piega. Sono una parte del futuro del Milan. L'altra, importante, la scriverà la Uefa.