Touré accusa Guardiola di razzismo

Duro attacco dell'ivoriano al manager: "E' stato crudele con me, avrebbe fatto lo stesso con Iniesta?"

Duro attacco di Yaya Touré nei confronti di Pep Guardiola. Tra i due non è mai corso buon sangue, ma questa volta il centrocampista ivoriano pare avere davvero esagerato, visto che ha accusato il manager catalano di razzismo. "Forse noi africani non siamo sempre trattati allo stesso modo da certe persone - ha detto a France Football -. Quando vedi i problemi che spesso ha avuto con i giocatori africani, ovunque sia stato, mi faccio delle domande".

Non si sono mai amati e mai lo faranno, però nel calcio non deve mancare il rispetto e questa volta Yaya Touré ha davvero esagerato. Le accuse di razzismo a Guardiola sono davvero pesanti e non sono giustificabili con lo scarso impiego e considerazione che il manager catalano gli ha riservato nella sua ultima stagione in maglia Manchester City.

"Voglio essere quello che infrange il mito di Guardiola - le parole bellicose dell'ivoriano contrariato per l'utilizzo con il contagocce - Ho provato a capirlo e ho persino chiesto ai miei allenatori le mie statistiche. Quando ho capito che erano più o meno buone, sia in allenamento che in gara, ho capito che non si trattava di fisicità. Non so perché, ma ho l'impressione che fosse geloso, mi ha preso per un rivale. Era crudele con me. Pensi davvero che avrebbe potuto essere così con Andres Iniesta? E' arrivato al punto che mi sono chiesto se fosse a causa del mio colore. Non sono il primo, altri giocatori della Barca hanno fatto la domanda".

Touré racconta la peggiore umiliazione subita in stagione. "Ero il vice-capitano e, davanti a tutti, mi ha detto: 'Non ti vedo motivato. Se non vuoi restare, vai dai proprietari per sistemare la situazione'. Una mancanza di rispetto assoluta, un qualcosa di insopportabile".

"Lui finge di non avere nessun problema con i calciatori di colore, perché è troppo intelligente per essere intrappolato, non lo ammetterà mai - ha aggiunto il centrocampista ivoriano - Il giorno in cui schiererà una squadra in cui troveremo cinque africani, non naturalizzati, ho promesso che gli manderò una torta".