Milan, ecco perché la Uefa vuole stangare i rossoneri

Il timore è una squalifica di due anni. Così al Tas...

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Se si tratterà di un anno senza coppe con condizionale per l'anno successivo oppure di due stagioni lo scopriremo lunedì. Quel che è certo - o praticamente certo - è che la Uefa userà il pugno duro nei confonti del Milan e lo lascerà senza Europa League. Ma perché dall'anno, preventivato, di squalifica si è passati ai due anni? La notizia della doppia sanzione l'avevamo anticipata noi il 19 giugno rivelando un'indiscrezione che allora sembrava illogica. Una logica, invece, c'è ed è legata strettamente al ricorso, già praticamente annunciato, che il Milan farà al Tas una volta conosciuto il verdetto della Uefa.

Ci spieghiamo: la sensazione è che la Uefa abbia tutta l'intenzione di fare, come si dice, giurisprudenza con il caso-Milan. La sanzione è insomma dovuta ma è anche, se non soprattutto, un avvertimento per gli altri club. Come dire: occhio che non solo si devono rispettare i parametri del FFP nel rapporto tra ricavi e uscite (il famoso 30% di deficit permesso), ma deve essere chiara la provenienza dei soldi e trasparente la proprietà. Per il Milan la questione ha avuto e avrà un peso decisivo. La continuità aziendale, contestata ai rossoneri, altro non è che la perplessità della Uefa sulla figura di Li. Allo stesso modo, la provenienza dei soldi utilizzati da Yonghong per acquistare il Milan, quindi il debito contratto con Elliott, non può essere archiviata alla voce solidità economica. Ecco perché la Uefa non farà sconti al Milan. Ed ecco perché le stagioni senza Europa potrebbero essere due.

Su questi presupposti, sulla base cioè di inadempienze che sembrano in qualche modo più di forma che di sostanza (in fondo Li ha onorato, fino al mancato versamento dei 32 milioni di capitalizzazione, tutti gli impegni) il Tas potrebbe dar ragione al Milan e limare la sanzione. Per questo, forse, due anni e non uno. Perché la Uefa non vuole i rossoneri in Europa e non vuole rischiare che a mandarceli sia il Tribunale di Losanna. Una precisazione: il Milan non può portare a Losanna altri elementi in sua difesa rispetto a quelli portati alla Uefa, che chiederebbe altrimenti l'inamissibilità delle "prove", a meno che non sia evidente che questi non potevano essere presentati prima per questioni non strettamente legati alla società. In altre parole: c'è un nuovo proprietario? Il Milan non poteva portarlo alla Uefa prima dell'effettivo passaggio delle quote del club e questo passaggio non dipendeva da lui. Ora c'è, o il Milan spera che ci sia, e tutto cambia. Sia chiaro: questa è solo una lettura della questione. Le motivazioni della squalifica - di un anno o due o quel che sarà - saranno rese note insieme alla stessa e fugheranno ogni dubbio. Anche quello che qui evidenziamo.

LA CORSA PER LA PROPRIETÀ
Un altro aspetto è infatti da non sottovalutare. Se il Milan arrivasse a Losanna con il nuovo socio o, addirittura come sembra, con un nuovo proprietario e il debito Elliott azzerato, perché dovrebbe essere tenuta per buona la squalifica Uefa? Non basterebbe a quel punto una multa con paletti più o meno severi per la prossima stagione? Il Milan attende, tra ansia e pessimismo, mentre a livello societario sta succedendo di tutto e l'era Li si sta (fortunatamente) chiudendo. Piccolo inciso sulla questione vendita: abbiamo detto che il nuovo socio non sarà un socio ma un acquirente. Entrerà con una quota di maggioranza (forse addirittura il 100%) perché, semplicemente, così fa qualunque imprenditore che metta dei soldi. E' banale: chi investe, vuole decidere. I nomi, a meno di ulteriori novità, sono quelli. Commisso da una parte, in vantaggio, e la famiglia Ricketts dall'altra. Su questi ultimi, filtra nelle ultime ore, c'è da registrare una piccola frenata. Vogliono entrare nel Milan, questo è chiaro, ma sembrano perplessi sui 500 milioni pretesi da Yonghong Li per acquisire il 75% del club. Vedremo. Certo è che la presenza di una proprietà solida, ed entrambi i pretendenti lo sono, non potrà non essere tenuta in debita considerazione. Non dalla Uefa, ma dal Tas sì.

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