Nell'attesa che arrivi l'ufficialità, ci sono già le prime indiscrezioni sulle motivazioni dell'Uefa sull'esclusione del Milan alla prossima Europa League. Secondo quanto rivela Sky Sport, il piano aziendale si basava su ingenti redditi derivanti dal business cinese. Il problema? Sono notevolmente diminuiti dal primo piano aziendale all'ultimo piano aziendale presentato in un periodo inferiore a un anno. Tutto questo ha avuto un impatto notevole sulla credibilità delle informazioni presentate dal Milan e sulla fiducia che il club possa effettivamente raggiungere i risultati previsti.
Inoltre, c'è una grande incertezza sul rifinanziamento dei debiti del Milan con il fondo Elliott (180 milioni di euro più interessi quelli di Yonghong Li e 123 milioni più interessi quelli del club). Entro il 6 luglio il presidente dei rossoneri deve rimborsare i 32 milioni di euro serviti per l'ultima tranche dell'aumento di capitale ed entro il 13 ottobre i 303 più interessi di cui sopra. Tutto questo pone dei dubbi sul rifinanziamento e sulla continuità aziendale dal momento che potrebbe essere il fondo statunitense a subentrare a Yonghong Li in caso di inadempienza.
Il Milan ha invocato una violazione del principio di parità di trattamento con altri club. La Camera Giudicante rileva che in questo caso non è solo la dimensione del deficit in quanto tale, ma il significativo deficit di pareggio (e qui vengono ancora citati i dubbi sulla credibilità del business plan). Contestando i dubbi espressi, il Milan non è stato in grado di produrre prove convincenti a supporto delle proprie argomentazioni.
Una sospensione della pena può essere appropriata se il Milan dimostrerà un piano aziendale che sia credibile e ragionevole e nel caso in cui la gestione del club dimostrerà con le sue azioni un chiaro impegno a rendere il club conforme al requisito di pareggio. Ma la Camera Giudicante dell'Uefa non ritiene che sia questo il caso del club rossonero.
Queste sono, come detto, le possibili considerazioni dell'Uefa nei confronti del Milan. Analizzandole, però, si può intuire quale potrebbe essere l'ancora di salvezza del club di via Aldo Rossi: il cambio di proprietà. Yonghong Li deve assolutamente mettere davanti gli interessi della società ai suoi. Con l'ingresso di Rocco Commisso (o comunque di una nuova proprietà), il Milan riuscirebbe a dribblare tutti i dubbi dell'Uefa. Non ci sarebbero più problemi per quanto riguarda il debito con Elliott e la continuità aziendale. E, soprattutto, ci sarebbe un cambio importante nel business plan rossonero. Fattori che potrebbero aiutare il club al Tas di Losanna. Il verdetto è atteso entro il 19 luglio.
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