Dal 27 giugno, giorno dell'ufficialità dell'esclusione del Milan dalla prossima Europa League, è successo di tutto in via Aldo Rossi. In primis, un ribaltone nella proprietà. Yonghong Li non ha mai ridato a Elliott i 32 milioni di euro (la scadenza era il 6 luglio) prestati dal fondo americano per ultimare l'aumento di capitale. Per questo, l'hedge fund di Paul Singer è subentrato nel giro di quattro giorni, il 10 luglio. Adesso ci sono due scadenze. Giovedì l'udienza al Tas di Losanna (intorno alle 9; la sentenza potrebbe anche arrivare dopo le 18) e il 21 luglio l'assemblea dei soci con la convocazione di un nuovo Cda, il primo targato Elliott. Ma vediamo cosa può succedere al Tribunale Arbitrale dello sport.
Dopo la sentenza della Camera giudicante dell'Uefa, il Milan ha fatto ricorso d'urgenza al Tas di Losanna. Il collegio del Tribunale Arbitrale dello sport è composto da tre giudici: uno nominato dai rossoneri (lo svizzero Pierre Muller), uno nominato dall'Uefa (l'inglese Mark Hovell) e uno super partes, Ulrich Haas, tedesco nato in Svizzera. Da ricordare che il Tas di Losanna non ammette una documentazione nuovi. Il club rossonero deve dimostrare, nel caso, di non averli mai presentati per un fatto non imputabile alla sua colpa. Altrimenti, l'Uefa potrebbe chiedere l'inammissibilità delle prove. La partita da giocare con il massimo organismo continentale resta sempre difficile, complicata e delicata. Come mai prima d'ora.
Il Tas di Losanna può fare solo tre cose: assolvere totalmente il club di via Aldo Rossi, consentendogli di partecipare alla prossima Europa League, rifiutare la sua richiesta o invitare l'Uefa ad attenuare la pena. Inoltre, il Tas non può inasprire la sanzione, ma a Losanna sarà presente pure il massimo organismo continentale che difenderà le sue posizioni.
Nella prima ipotesi (riammissione alle coppe europee), il Milan verrebbe rinviato nuovamente alla Camera investigativa dell'Uefa perché le violazioni dei paletti del Fair Play Finanziario nel triennio 2014-2017 resterebbero comunque. In questo caso si procederebbe a un nuovo iter per accedere al regime di Settlement Agreement negato il 22 maggio. In quel caso all'orizzonte ci sarebbero multe e restrizioni di vario tipo (un esempio sono Inter e Roma). Se, invece, l'esclusione venisse confermata, il Milan tornerebbe alla Camera investigativa solamente tra un anno. Con una possibilità in più. Se il club rossonero, in questo arco di tempo, cambiasse proprietà, si riaprirebbe addirittura la porta del Voluntary Agreement, negato il 15 dicembre 2017.
In tutto questo, la Fiorentina resta in attesa. In caso di esclusione, l'Atalanta sarebbe ammessa direttamente ai gironi e il club viola ai preliminari di Europa League.
Il Milan si presenterà davanti al Tribunale Arbitrale dello Sport con una nuova proprietà, il fondo Elliott appunto, e i debiti azzerrati. L'hedge fund di Paul Singer il 10 luglio aveva diramato un comunicato, ufficializzando il suo ingresso in società al posto di Yonghong Li, andando incontro alla richieste del massimo organismo continentale, dicendo di voler "creare stabilità finanziaria e di gestione; ottenere successi di lungo termine per AC Milan cominciando dalle fondamenta, assicurandosi che il club sia adeguatamente capitalizzato; e condurre un modello operativo sostenibile che rispetti le regole della Uefa sul Financial Fair Play. Elliott è pienamente consapevole della sfida e dell’impegno che derivano dall’essere proprietari di un’istituzione così importante".