Vincere e continuare il cammino in Europa League: Gian Piero Gasperini delinea la missione dell'Atalanta a Sarajevo, dopo il 2-2 dell'andata. “Quel risultato non rispecchia l'andamento della partita e ha reso la qualificazione più aperta, ma pensiamo di avere delle possibilità. Siamo nella condizione di dover vincere, magari segnando almeno due gol. Giocare a Sarajevo è un po' più difficile, dobbiamo evitare di ripetere gli stessi errori”, ha detto.
Lo stadio Asim Ferhatović Hase sarà una bolgia e l'Atalanta dovrà impegnarsi a fondo per garantirsi il superamento del secondo turno preliminare di Europa League. Gasperini lo sa bene: dalle 20.15 di giovedì ci sarà poco da scherzare. “Il match di Reggio Emilia è stato utile per conoscere meglio i nostri avversari – ha detto il tecnico orobico nella conferenza stampa di vigilia - però è chiaro che noi domani siamo in condizione di dover vincere. Dobbiamo fare almeno due gol. Giocare a Sarajevo è difficile, ma pensiamo di avere le possibilità di passare il turno. La partita di andata è stata utile per conoscere meglio i nostri avversari. Domani dobbiamo evitare di fare gli errori di giovedì scorso. Metterò in campo chi sta meglio sotto l’aspetto atletico, anche se comunque nella scorsa partita non abbiamo avuto un calo: anzi, abbiamo anche finito bene la partita. Rispetto all’andata abbiamo un Freuler in più. Ci vuole attenzione e qualità perché il Sarajevo, per quanto visto giovedì scorso, è una squadra piuttosto cinica”. Pochi fronzoli, dunque, perché questo non è il classico calcio d'agosto. Insieme al tecnico ha parlato anche il difensore Andrea Masiello: “Abbiamo analizzato sia gli errori che le cose belle che abbiamo fatto. Ci sono 90 minuti da giocare in maniera importante e seria, ci giochiamo la qualificazione. Ci stiamo preparando nel migliore dei modi. Cercheremo di vincere questa partita, che per noi è fondamentale per tutto il lavoro svolto da due anni a questa parte. Siamo un gruppo intelligente che sa quello che vuole. Abbiamo tanti pregi e quando ci sono dei difetti bisogna lavorare per limitarli. Poi c’è anche l’avversario: il Sarajevo è una squadra che non conosci ed è difficile preparare la partita, ma dopo che ci abbiamo già giocato contro possiamo dire di conoscerli meglio. Siamo obbligati a fare risultato”.