Tredici anni e mezzo dopo, Calciopoli è ancora al centro dell'attenzione. A ricordare quegli anni è stato Julio Cruz, ex attaccante di Bologna, Lazio e Inter, che in una lunga intervista concessa a Infobae ha toccato diversi argomenti e in particolare ha parlato di alcuni episodi "strani" avvenuti prima che scoppiasse lo scandalo: "Da lì in poi l’Inter ha iniziato a vincere titoli. Prima non poteva perché perdeva partite incredibili. Alcune mi sono sembrate strane, con gli arbitri che intervenivano così tanto. Mi facevano fallo da rigore e mi dicevano che avevo simulato...".
El Jardinero lasciò l'Inter proprio l'anno precedente al Triplete, ma fece comunque in tempo a vivere gli scudetti post Calciopoli e a sperimentare sulla propria pelle quegli "strani" episodi. Cruz si riferisce soprattutto agli anni in cui era a Bologna e ha parlato in particolare di una sfida contro la Juventus dell’aprile del 2003, finita 2-2 con gol di Camoranesi al 95′: “Ci fu una partita contro la Juventus. Stavamo vincendo 2-0 e stavamo gestendo con tranquillità, giocando in modo spettacolare, e alla fine abbiamo pareggiato. Gli ultimi minuti furono qualcosa di incredibile, ci fischiarono tutti i falli contro e diedero 7 minuti di recupero. Finimmo per pareggiare al 95′ minuto. Come fu possibile dare così tanti minuti di recupero? Ogni contatto con gli avversari era un fallo per loro. Uno poteva pensare che potesse capitare, ma poi tutto venne alla luce. Fu qualcosa di molto forte, il calcio italiano è visto in tutto il mondo".
Tornando ai suoi anni in nerazzurro, Cruz ha parlato anche dei suoi compagni di attacco all'Inter: “Adriano era un ragazzo fantastico. È cresciuto in una favela, con problemi personali. La morte del padre ha fatto scattare un click nella sua testa ma in negativo. Ovviamente tutti abbiamo cercato di aiutarlo. Gli argentini, i portoghesi, come Figo, che parlavano la stessa lingua. Gli abbiamo parlato tutti, ma la mente umana è speciale. Non puoi sapere quello che uno pensa. Parlavamo con lui, ma mezz’ora dopo faceva quello che voleva. È entrato in depressione e non aveva la compagnia giusta intorno a lui e non l’hanno aiutato come avrebbero dovuto. È stato un peccato, perché era un fenomeno“.
Su Balotelli: “Ha grande potenziale, ma conta anche la testa. All’inizio era calmo ed umile, poi ha segnato alcuni gol importanti ed ha partito di testa, o lo hanno fatto partire. Gli hanno fatto credere di essere Pelé, invece era solamente agli inizi”.
Infine un commento su Ibrahimovic: “Con Zlatan ho un rapporto eccellente. Non abbiamo mai avuto problemi. È difficile giocare con due 9 e la nostra altezza, ma non abbiamo mai avuto problemi. Di solito in attacco giocano uno alto e uno basso. C’è stato un anno in cui ha segnato 25 gol e io 22 o 23. Ci siamo capiti perfettamente anche fuori dal campo“.