Convocato Andreas Pereira: 100 anni dopo, anche il Brasile ha il suo "straniero"

Nel 1918, nella Nazionale che perse 1-0 contro l'Uruguay, giocava Francesco Police, centrocampista nato in Italia

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Cento anni dopo, anche la Seleçao, la nazionale brasiliana, ha il suo "straniero". Nella lista del ct Tite in vista delle amichevoli di settembre c'è Andreas Pereira del Manchester United, che non è nato in Brasile ma in Belgio, e la cui presenza sta facendo molto discutere nel paese cinque volte campione del mondo.

Siamo soliti assistere al contrario, cioè che qualche brasiliano venga naturalizzato e giochi in altre nazionali, come Jorginho nell'Italia, Mario Fernandes nella Russia o Diego Costa nella Spagna, ma il contrario è un evento assai raro. Pereira, figlio di un calciatore brasiliano che giocava nel torneo belga, ha seguito le orme paterne e ha fatto parte delle giovanili del Belgio fino all'under 17. Poi ha scritto alla Fifa chiedendo di giocare per il Brasile e con la maglia verdeoro ha disputato il Mondiale under 20 del 2015 segnando anche un gol nella finale persa contro la Serbia di Milinkovic-Savic.

In ogni caso, uno straniero nella Selecao è fatto rarissimo, tanto è vero che prima di Andreas Pereira l'ultimo era stato un calciatore di cento anno fa: nel Brasile che il 27 gennaio del 1918 perse 1-0 contro l'Uruguay c'era un centrocampista nato in Italia e con cittadinanza del Bel Paese, Francesco Police che fu anche uno dei fondatori del Corinthians e all'epoca di quel match aveva 25 anni.

Prima di lui, nel 1917, era toccato al portiere nato in Portogallo Casemiro do Amaral e all'attaccante nativo dell'Inghilterra (a Southampton) Sidney Pullen, cinque presenze in maglia 'canarinha' anche se nessuna delle quali è ufficialmente riconosciuta dalla Fifa. Ora, più di cento anni dopo, è il turno del 22enne Andreas Pereira, il 'gringo' nelle cui qualità calcistiche Tite e il coordinatore delle nazionali Edu Gaspar credono ciecamente.

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