Gian Piero Gasperini commenta la cocente eliminazione dell'Atalanta, che non è riuscita ad approdare ai gironi di Europa League. "Le partite a eliminazione diretta sono così - ha spiegato - In questo tipo di gare conta la freddezza, la lucidità, la determinazione nel segnare. Noi non siamo riusciti, su 30 episodi, a realizzarne uno. L'unica nostra colpa è stata non segnare. Il mio rammarico più grande è per i giocatori e per la gente".
Gasp si lecca le ferite e volta subito pagina. "Questa è una squadra che reagisce, sono tutti ragazzi molto positivi. È normale essere delusi a fine partita, io li ho sempre visti lavorare con la voglia di arrivare in Europa per i tifosi e per loro stessi - ha aggiunto il tecnico -. Non è stato facile giocare sei partite da luglio ad agosto con così tanto caldo e i trasferimenti a Reggio Emilia. Poi è iniziato anche il campionato: i ragazzi sono stati encomiabili e non si devono rimproverare nulla. Ora c'è la delusione, da domani penseremo a preparare il campionato, senza alcun rimpianto".
Il grande rammarico è per le tante occasioni create, soprattutto nella gara di andata. "Io credo che questa squadra abbia creato tanto, tutto quello che era nelle sue possibilità. In due partite ha creato molto e ha saputo anche difendersi nei pochi momenti di superiorità del Copenaghen. Non era facile, loro stavano meglio. Noi abbiamo fatto quello che dovevamo fare, ma non a segnare. Questa può essere l'unica colpa".
Ora testa e cuore al campionato, anche se Gasperini ammette che la rosa è davvero ampia ora senza Europa. E stuzzica i giornalisti presenti in conferenza stampa. "Io non entro nel merito, perché è una battaglia continua. Dite sempre che questa è la rosa più forte nella storia dell'Atalanta, c'è una diatriba su questo fantastica. Però si gioca in 11, sicuramente 26 giocatori non li posso schierare e faccio anche fatica ad allenarli. In campionato ci sono squadre molto forti, noi credo che abbiamo una buona squadra per giocarci al meglio delle possibilità il nostro campionato. Cosa volete che vi dica? Che giochiamo per la Champions? Datemi voi gli obiettivi. Io dico che giocheremo al meglio in ogni partita. Se poi la rosa così forte vuol dire dover rimpiangere il fatto che giochi uno e non l'altro, diventa un problema. Un modo perfetto per spaccare il gruppo. Io non sono abituato ad allenare 26 giocatori. Ma li alleno tutti".
Alla domanda sugli obiettivi, l'allenatore della Dea si spazientisce un po'. "Non lo so, daremo il massimo. C'è sempre questo carico sul campionato. Voi mettete gli obiettivi, cerchiamo di raggiungerli. Se volete il quarto posto, ci impegneremo per quello. Questo è il modo di presentare il campionato a Bergamo, lo sapevo. Giocheremo al massimo ogni partita e poi direte perché gioca Berisha o perché gioca Gollini. Oppure sul modulo, sulle tre punte. Questo è quello che succederà. Io cercherò di dare il massimo. Ma nel rimpallino non ci entro. Ed è già partito, da un bel po'. Io rispetto i pensieri di tutti, vi sto dicendo la mia. Giocherò con 11/14 giocatori. Per regolamento non ne posso mettere di più. Gli allenamenti 14 contro 14 non li posso fare. Cercherò di abituarmi nel migliore dei modi possibile. Ma questo giochino, perché ha giocato uno e non l'altro, durerà per tutto l'anno".