Il Marakana di Belgrado è uno degli stadi notoriamente più caldi d'Europa, giocarci non è facile per nessuno e lo sarà ancora meno per Xerdan Shaqiri, che il prossimo 6 novembre col suo Liverpool sarà ospite dello stadio della Stella Rossa. Il club di Belgrado è tornato in Champions League dopo oltre 25 anni (stesso girone di Napoli e Psg) e tutta la città aspetta il giocatore svizzero ex Inter, che a Russia 2018 ha ricordato a tutto il mondo le proprie origini kosovare esultando con il gesto dell’aquila albanese dopo il gol che al 90' ha condannato la Serbia alla sconfitta per 2-1.
"Credo che Shaqiri sarà sottoposto a una pressione psicologica incredibile" le minacciose parole, riportare dal Liverpool Echo, del direttore generale della Stella Rossa Zvezdan Terzic: "Lui sa dove sta andando a giocare, sa che la Stella Rossa è un simbolo della Serbia e conosce il Marakana. Non so neanche se giocherà”. "Non riesco a immaginare che un albanese possa giocare con la Stella Rossa - ha aggiunto Terzic - il nostro è sempre stato un club serbo, non come il Partizan che era jugoslavo”.
Il clima allo stadio si preannuncia dunque letteralmente infuocato per lo svizzero, anche se il dg del club di Belgrado ha provato a smorzare i toni: "Naturalmente, come club calcistico, noi trattiamo gli avversari tutti quanti alla stessa maniera, non dobbiamo affrontare nè il passato di ognuno nè la storia in generale. La Stella Rossa deve fare tutto ciò che è in suo potere per far sentire a Shaqiri che è venuto qui solamente a giocare a calcio. E deve fare in modo di proteggerlo da situazioni sgradevoli".
Dal ritiro della propria nazionale (la Svizzera si prepara ad affrontare l'Islanda in Nations League) anche l'ex giocatore dell'Inter, in conferenza stampa con Xhaka e Lichtsteiner, ha provato dal canto suo a smorzare le polemiche: "Ne abbiamo discusso e non accadrà più in futuro, non ci siamo resi conto di ciò a cui andavamo incontro. Mi scuso con le persone che si sono sentite offese" la parole di Shaqiri.