Non era mai successo che un allenatore vincesse per tre volte consecutive la Champions League. E non era mai successo che lo stesso allenatore decidesse di lasciare il club con cui ha ottenuto questo record, senza poter difendere il titolo. Zinedine Zidane è l'eccezione che conferma la regola dei grandissimi calciatori non altrettanto bravi su una panchina e proprio la sua attitudine al calcio lo ha portato a conquistare la Coppa dalle grandi orecchie nelle ultime tre stagioni. L'ormai ex allenatore del Real Madrid lo ha spiegato in una intervista rilasciata a uefa.com: "Sono sempre rimasto fedele alla mia filosofia di calcio che ho trasmesso ai miei giocatori, a prescindere dall'avversario", ha detto.
Zizou è orgoglioso allo stesso modo di tutte le vittorie: la prima perché arrivata all'esordio, la seconda per la grande prestazione contro la Juventus a Cardiff e la terza perché è stata l'apice dell'esperienza madridista. Ma allo stesso tempo, la scorsa stagione è stata quella in cui i Blancos hanno faticato e perso di più in casa: "Spesso dopo grandi prestazioni in trasferta, c'era un piccolo calo di concentrazione. Comunque, la squadra non è mai stata nel panico. Con loro è stato facile, perché hanno grandi qualità, io dovevo solo aiutarli a mantenere la calma". In particolare la sfida del Bernabeu contro la Juventus, definita "un tipico caso in cui pensavamo che la qualificazione fosse già decisa", mentre la sconfitta nei gironi contro il Tottenham "ci ha aiutato a essere più forti", fino ad arrivare a Kiev.
Lì la formazione iniziale era la stessa di Cardiff, schierata però in modo diverso: "Ho chiesto a Isco di stare largo sulla linea dei centrocampisti e ho detto a Marcelo di spingere sulla fascia, tanto Ramos lo avrebbe coperto", ha spiegato Zidane. E aggiungendo il fatto che 9/11 dei giocatori in campo a Milano erano in campo anche nelle altre due finali, è un altro il dettaglio che fa la differenza: "Certo, l'esperienza. A questi livelli è fondamentale per prendere le decisioni giuste".
Il pressing alto di Modric e Kroos, il filtro di Casemiro e il possesso palla per offendere sono state le chiavi del centrocampo madridista, ma non va dimenticato il carisma dei giocatori, come Ramos e Ronaldo: "Sergio è un leader naturale in campo e fuori, Cristiano è capace di ispirare tutti i suoi compagni per quello che fa". Infine, la più grande lezione imparata da Zidane: "Far mantenere la calma ai miei uomini. Era quello di cui avevo bisogno quando giocavo, quindi è l'approccio che provo ad adottare".