La bufera giudiziaria che va avanti da oltre un mese in Portogallo e che rischia di stravolgere il Benfica vive un nuovo capitolo. Stando alla stampa locale il club di Lisbona, che è finito nel mirino dell’autorità giudiziaria a causa di diversi reati (corruzione attiva e passiva, favoritismi personali, violazione della segretezza della giustizia e falso informatico) nell’ambito del caso noto come "E-Toupeira", avrebbe infatti tentato di ottenere "benefici illeciti" offrendo servizi di prostitute agli arbitri e pagando loro anche le stanze di albergo.
Secondo O Jornal Economico, che riporta le informazioni divulgate dall’hacker portoghese Rui Pinto in un articolo titolato "il mercato del Benfica", sarebbero venute alla luce alcune email che dimostrerebbero il tentativo di corruzione nei confronti dei direttori di gara da parte del club della capitale, che ha risposto alle accuse attraverso i propri canali ufficiali. “Manteniamo una posizione ferma e chiara - si legge sul sito del club - quella che abbiamo annunciato all’inizio di questa storia: non ci sono fatti che possano giustificare qualsiasi accusa in questo processo. Faremo di tutto per smontare queste imputazioni assurde e ingiustificate”.
Come detto il 'Benficagate' va avanti ormai da un mese, nel mirino dalla Procura della Repubblica portoghese sono finiti un impiegato del club, Pedro Goncalves, e due funzionari giudiziari, accusati di aver trasmesso a Goncalves informazioni riservate che riguardavano diversi procedimenti nei confronti del club stesso e dei club rivali in cambio di favori. Nonostante il club di Lisbona abbia preso le distanze dalle accuse, se queste venissero confermate rischia di subire gravi ripercussioni, tra cui l’inibizione della partecipazione a competizioni sportive per un periodo di tempo dai sei mesi ai tre anni.