Per trovarlo così indietro occorre fare un salto nel passato. 2006 l’anno. Diciottesimo tempo, sesta fila. Una sentenza impietosa quella di Aragon per Valentino Rossi, qualcosa che il monumento di questo sport non merita. Colpa di una moto, la Yamaha, che attraversa una crisi tecnica senza precedenti, crisi che sta travolgendo tutti i suoi piloti, non solo Rossi quindi. Ma a differenza dei suoi compagni di marca Valentino ha quasi quarant’anni e nulla da dimostrare al mondo. Semmai la decisione di spostare un po’ più in là i titoli di coda di una carriera leggendaria ha il senso di una sfida con se stesso. Le ultime gare fanno emergere un grosso punto interrogativo, quanto davvero vale la pena andare avanti in queste condizioni? Sulla pista di Aragon Rossi ha cercato una strada per dare un minimo di smalto alla moto. È arrivata una caduta e i tempi paradossalmente si sono alzati. Segnali pessimi che possono incidere anche sulla voglia di divertirsi ancora di questo eterno ragazzo. Ma divertirsi significa confrontarsi con i fenomeni delle nuove generazioni, non lottare in fondo al gruppo come una presenza invisibile. Questo no, Rossi non lo merita.