Usain Bolt è stato abituato a vincere praticamente sempre nello sport, ma stavolta rischia di perdere. Se gli 8 ori olimpici e i due record mondiali sui 100 e 200 metri dicono che per trovare un velocista degno del giamaicano ci vorrà molto tempo, la realtà del calcio è nettamente diversa da quella dell'atletica. La doppietta realizzata contro il Macarthur South West United non deve illudere: Bolt non ha le qualità tecniche di un calciatore professionista e probabilmente non lo sarà. Perlomeno non in Australia con i Central Coast Mariners, spiazzati dalla sua richiesta per il contratto ufficiale, vale a dire 3 milioni di dollari australiani (circa 1,9 in euro) all'anno, quando la squadra della A-League ne ha offerti 150mila.
Certamente esoso Bolt, ma anche non all'altezza della cifra. Un conto, infatti, sono gli allenamenti con il Borussia Dortmund, il Manchester United (squadre tifate dal 32enne di Sherwood Content) o le semisconosciute Stromsgodset (serie A norvegese) e Mamelodi Sundowns (Sud Africa), un altro è giocare un intero campionato e confrontarsi con chi gioca a calcio da molti più anni. Il Sydney Morning Herald segue le vicende dei Mariners, visto che la loro sede è a 100 chilometri dalla capitale del Nuovo Galles del Sud, e si chiesto se Bolt valga anche solo i 150mila dollari proposti dai gialloblù, ricevendo una risposta negativa.
Il giudizio di Andy Keogh è brutale: "Parliamoci chiaro, il ragazzo non sa stoppare la palla: quando ci prova, finisce a dieci metri. Ha il tocco di un trampolino! Fargli firmare da professionista sarebbe un calcio nei denti per quelli che a calcio ci sanno giocare sul serio!", ha detto l'ex attaccante della nazionale irlandese in forza al Perth Glory.
La favola di Bolt in Australia sembra già finita e i Mariners lo hanno confermato in modo velato, riuscendo anche a elogiare l'ex velocista: "Da agosto, quando è arrivato, Usain ha fatto grandi progressi e siamo certi che ne farà ancora, grazie ad allenamenti individuali e dedicati. Che in A League, ahinoi, non possiamo permetterci" recita il comunicato del club allenato da Mike Mulvey, che invece ha preferito non commentare. Oggi Bolt non frequenta più gli allenamenti, si annoia in casa e dice di aver bisogno di nuovi stimoli, magari in Europa.
Nelle scorse settimane si era fatto avanti il Valletta FC, ma lui e il suo agente avevano rifiutato la proposta della società maltese posseduta da un fondo saudita, convinti di poter ottenere il contratto professionistico in Australia.
Forse sarà il ruolo sbagliato (Sir Alex Ferguson gli aveva suggerito di fare il terzino per avere più metri davanti), forse la scarsa tecnica o forse l'età avanzata per il calcio, la realtà è che correre veloce non basta. E farlo con la palla tra i piedi, indossando le scarpe con i tacchetti invece delle spikes e trovando un difensore pronto a falciarlo è tutta un’altra storia. Anche un suo ammiratore come Francesco Guidolin non ha potuto far altro che ammetterlo: «Dal punto di vista morfologico, con le gambe lunghissime e la falcata straordinaria, Bolt è il contrario di un calciatore. Sarà anche velocissimo però gestire la palla è tutto un altro mestiere. Ci vuole tecnica, oltre che esperienza".
L'ex allenatore dell'Udinese aveva anche detto che il giamaicano in Australia avrebbe potuto divertirsi con il numero 95 (in onore del 9"58 nei 100 metri) sulle spalle, ma sicuramente dovrà abbassare le pretese se vorrà diventare un professionista e magari non stupirsi se sarà chiamato per sottoporsi a un controllo antidoping.