Dopo il no di Antonio Conte, Florentino Perez ne ha dovuto incassare un altro: quello di Michael Laudrup. Un rifiuto cortese ma ancora più inatteso rispetto a quello dell'ex CT azzurro. Laudrup è attualmente libero dopo aver concluso la sua avventura all'Al Rayyan, società del Qatar dove ha lavorato fino all'estate scorsa. E proprio in estate, dopo l'inatteso addio di Zidane, si era parlato per la prima volta del danese come di un possibile sostituto. Così, dopo aver capito che Conte è veramente convinto della sua voglia di portare avanti l'anno sabbatico, Perez, ha provato a richiamare Laudrup, ricevendo in cambio un no cordiale ma deciso. Ha poi pensato il suo procuratore Bayram Tutumlu a spiegare il perché di questa decisione: "Michael in questo momento non cerca una possibilità di allenare il Real Madrid, ma spera che un giorno ci siano le condizioni per farlo. Non ora. In questo momento la situazione non è favorevole, quindi no grazie".
Un vero paradosso. Quella del Real Madrid è la panchina più ambita del mondo ma in questo momento non trova un allenatore disposto a occuparlo. Santiago Solari è stato nominato ad interim nonostante le spinte a suo favore da parte dello spogliatoio e soprattutto di Sergio Ramos. Entro 15 giorni il club deve decidere se andare avanti con lui e trovare un sostituto per la squadra filiale, il Castilla, oppure se affidare la prima squadra a un altro allenatore. Antonio Conte è stato il primo a declinare l'invito, ora è toccato a Laudrup. Resta la candidatura di Roberto Martinez, che prima dovrebbe liberarsi dalla Federazione belga (comunque pronta ad assumere un atteggiamento conciliante), con qualche perplessità di Perez sui metodi e sulle origini catalane. Poi le alternative sarebbero ridotte allo stesso Solari e a Guti, attuale vice-allenatore del Besiktas (pronto a liberarlo). Il tutto con la prospettiva di vedere Josè Mourinho di nuovo sulla panchina del Real Madrid nella prossima stagione, in un clamoroso incrocio con lo stesso Conte che andrebbe al Manchester United. A meno che Florentino Perez, dopo il primo giro di consultazioni a vuoto, non vada in ginocchio sotto casa di Conte a Londra.
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