Psg, Verratti e la patente ritirata: "Chiedo scusa a tutti". Il Psg lo multa

Il centrocampista ha parlato dopo la vittoria sul Lille: "Dirò ai miei figli di non fare il mio stesso errore"

Marco Verratti ha provato a farsi perdonare a modo suo dai tifosi del Paris Saint Germain dopo il fermo della notte tra martedì e mercoledì per guida in stato di ebbrezza. Il centrocampista pescarese ha prima offerto un'ottima prova al Parco dei Principi contro il Lille, ispirando il primo gol di Kylian Mbappé e mostrando giocate di alta scuola oltre a una grinta che non si vedeva da tempo, poi ci ha messo la faccia. A fine partita si è presentato davanti alle telecamere e ha chiesto scusa a tutti, dalla società all'allenatore e ai compagni di squadra, fino ai tifosi: "Ho vissuto tre giorni difficili, ho commesso uno sbaglio. So che non sarebbe dovuto succedere, ma è una cosa che può capitare a tutti, a prescindere dall'essere calciatori o meno", ha detto senza nascondere un certo imbarazzo, toccandosi più volte la testa.

Verratti non ha raccontato cosa è successo durante l'ora in cui è stato trattenuto dalla polizia di Parigi nella cella di smaltimento per far scendere il tasso alcolemico (0,49 mg/l: in Italia tollerato, in Francia quasi il doppio del limite consentito), ma ha assicurato di aver fatto mea culpa da subito: "Mi sono scusato la mattina successiva, quando sono arrivato qui, sia al mister che alla società. Ho raccontato tutto ai miei compagni, chiedo ancora scusa e spero che questa esperienza mi potrà servire per il futuro". Poi un pensiero ai più piccoli: "Ho dei figli e un giorno dirò loro di non ripetere le cose che ho fatto. Chiedo scusa anche ai tifosi, so di avere un'immagine pubblica e questo è importante".

E per quanto riguarda le prestazioni, l'ex Pescara non ha alcuna intenzione di deludere: "Di sicuro continuerò a dare il 100% in campo, ora dovrò fare qualcosa in più perché ho qualcosa da farmi perdonare. Non succederà più". Le scuse comunque, rivela Le Parisien, non gli eviteranno una trattenuta del 5% dello stipendio mensile (vale a dire 40mila euro su 800mila) per non aver rispettato il codice etico del Paris Saint Germain, anche se il suo allenatore Thomas Tuchel ha voluto ammorbidire la vicenda: "A Marco è andata bene perché tutto è successo ben lontano dalla partita. Tocca al club affrontare la cosa, io mi occupo della parte sportiva. Diciamo che ha avuto fortuna", ha detto con ironia nel post partita.