Il Boca Juniors è “la mitad mas uno” (la metà più uno, s’intende come tifosi…), il River Plate è “el mas grande”, e non c’è bisogno di traduzione. Boca-River, il superclasico. La partita che secondo gli inglesi (mai troppo amici degli argentini…) del quotidiano The Observer è il primo di cinquanta eventi sportivi che un vero appassionato non deve perdersi prima di morire. Figuriamoci poi se il doppio derby del 10 e 24 novembre assegnerà la Copa Libertadores, la Champions League del Sudamerica. Chi scrive ha avuto la fortuna di assistere dal vivo a tre puntate dello straordinario romanzo del superclasico di Buenos Aires. Partite non banali entrate a loro modo nella storia delle sfide tra “Xeneizes” e “Millonarios”. Dove Xeneizes sta per “genovesi” in omaggio ai soci fondatori, nel 1905, del Boca. E Millonarios sta per “milionari”, i ricchi dirigenti del River così ribattezzati dal quotidiano Cronica perchè negli anni Trenta spesero 35mila pesos (record dell’epoca) per acquistare dal Tigre il funambolico attaccante Bernabè Ferreyra.