Italia: alla scoperta di Vincenzo Grifo, il convocato a sorpresa da Mancini

25 anni, nato in Germania da genitori italiani, è un centrocampista offensivo che gioca nell'Hoffenheim

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Il suo nome ha sorpreso, più degli altri, tra i convocati di Roberto Mancini. Vincenzo Grifo in Nazionale. Molti si staranno domandando: di chi stiamo parlando? E la risposta arriva dalla Germania, dalla Foresta Nera, ma ha tante sfumature tricolori, siciliane e leccesi, con una spruzzata di nerazzurro. Vincenzo Grifo ha 25 anni, è un centrocampista offensivo e gioca nell'Hoffenheim. Non è uno sconosciuto, in Germania, anche se il suo profilo non è esattamente quello di un giocatore internazionale. Ci troviamo di fronte ad un caso simile a quello del 2015, quando per uno stage della Nazionale Antonio Conte chiamò Daniel Caligiuri, tedesco con cittadinanza italiana, all'epoca al Wolfsburg, che però non debuttò mai con la maglia azzurra.

Grifo è nato il 7 aprile del 1993 a Pforzheim, città di 130mila abitanti situata nel Baden-Württemberg, a 25 km da Karlsruhe e altrettanti da Stoccarda. Mamma del leccese, papà siciliano, di Naro, Agrigento. Probabilmente il suo destino sarebbe stato quello di finire a fare il lavoro del papà, il meccanico. Ma quando aveva 10 anni Vincenzo aveva già deciso, la strada doveva essere quella del pallone. In Germania, lo sappiamo, le "cantere" funzionano a meraviglia. Grande attenzione ai giovani talenti e soprattutto quella zona di Germania ha sempre regalato ottimo materiale per le nazionali giovanili tedesche.

A 16 anni però, la prima delusione: non entra nel giro delle nazionali tedesche e capisce che il suo destino, se mai lo avesse dovuto incontrare, sarebbe stato azzurro. Prima le giovanili del Karlsruhe, poi la chiamata in prima squadra all'Hoffenheim. Due prestiti, a Dresda e a Francoforte, poi il passaggio al Friburgo. Nel 2015/2016 contribuisce alla vittoria nella serie B tedesca con 14 gol in 31 partite, l'anno successivo è tra gli artefici della qualificazione in Europa League della squadra tedesca. Nel 2017 va al Borussia Moenchengladbach: una sola stagione, poi torna "a casa", all'Hoffenheim. In questa stagione solo 5 presenze in campionato, un gol e due assist. Solo panchina in Champions League,

Polivalente ed esperto al punto giusto. Mancini lo ha scelto principalmente per il ruolo e la duttilità di questo ragazzo di 180 centimetri, destro di piede, nato come trequartista puro. La sua evoluzione tattica lo ha portato ad essere un uomo adatto al 4-2-3-1, centrocampista offensivo che ama galoppare sulla fascia sinistra per poi rientrare e calciare. Il piede è buono, e a testimoniarlo ci sono delle punizioni che calcia in maniera potentissima e precisa. Una sorta di Calhanoglu: del turco Grifo ricorda sia il tipo di giocatore sia l'impostazione nel colpire il pallone sui calci da fermo.

Sfondare nel palcoscenico della nazionale tedesca, essendo un centrocampista offensivo, non era così facile, vista la concorrenza. Grifo però non ci ha mai pensato. In casa si parla anche italiano, l'azzurro è sempre stato il sogno dichiarato. Non più di un anno fa, prima di Svezia-Italia, diceva: "Sarei perfetto per il 4-2-4 di Ventura, largo a sinistra potrei fare bene. Sogno una chiamata, magari per uno stage". Da sempre tifoso dell'Inter, è stato accostato in passato ad un paio di club di Serie A, tra cui il Sassuolo. La chiamata di Mancini lo proietta in una dimensione forse inaspettata, ma non è il primo italiano "di ritorno" dalla Germania. Detto di Caligiuri, chi ha vestito l'azzurro è stato Roberto Soriano, nato a Darmstadt, come Bruno Labbadia, che poi debuttò con la Germania. Non ci è riuscito, negli ultimi anni Diego Contento, con un passato nel Bayern.

La chiamata di Grifo da parte di Mancini è sicuramente frutto dei consigli di Alberigo Evani. L'attuale assistente del ct ha convocato Grifo ai tempi dell'Under 20: cinque le presenze del centrocampista, con un gol in amichevole contro la Svizzera. Nel 2013 anche una chiamata nell'Under 21 di Di Biagio.

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