Il tabù è stato infranto. Anche San Siro si inchina allo strapotere di Cristiano Ronaldo, alla sua fame. L'asso portoghese segna il suo gol numero 667 in carriera nello stadio dove finora non aveva mai fatto centro su azione. "E' vero, ma avevo già segnato nel 2016 in Champions", ci ha subito tenuto a sottolineare CR7 subito dopo la vittoria sul Milan. Allora con il Real mise la firma sull'ultimo rigore che decise la finale contro l'Atletico. Ma ora si è tolto l'ennesimo sfizio.
Fino a ieri sera aveva deliziato gli stadi di tutto il mondo - ben 85 - con i suoi gol. Tranne che il Meazza. Cinque apparizioni nell'impianto milanese - tre volte con la maglia del Manchester United contro il Milan (2) e l'Inter (1), una con la casacca del Real contro i rossoneri e una nella finalissima di Champions League del 2016 tra i merengues e l'Atletico - e mai una gioia personale su azione. Ma questo Ronaldo non si pone limiti, la parola tabù legata a San Siro non poteva stare ancora a lungo nel suo vocabolario. E CR7 si è tolto l'ennesima soddisfazione, esultando a suo modo, con il suo urlo imitato subito dai tifosi della Juve presenti sugli spalti della 'scala del calcio'.
Al 36' della ripresa della sfida contro il Milan ecco la girata vincente con cui il portoghese chiude la partita, riempiendo un'altra casella vuota nella sua vita calcistica piena di trofei e di successi, e consegnando alla Juve il primato di 34 punti nelle prime 12 partite di campionato. "Non sapevo del record della Juve in campionato, ma era importante vincere per tenere distante il Napoli". Ronaldo, ottavo centro in campionato, non si ferma più, non si ferma mai. Pronto a superare il prossimo ostacolo.