Italia-Svezia un anno dopo: cosa resta di quella Nazionale che fallì la qualificazione ai Mondiali

Lo 0-0 di San Siro condannò gli azzurri - sconfitti 1-0 in Svezia - all'eliminazione

È già passato un anno e ci fa ancora male. Ci ricordiamo ogni singola cosa di quella sera. San Siro stracolmo, i tifosi agitati e speranzosi, l'inno cantato a squarciagola, i dubbi per una formazione che non convinceva. La paura di non farcela. 90 e passa minuti di sofferenza, tanti tentativi, le parate di Olsen, ora portiere della Roma. Gli errori, i passaggi sbagliati, le urla di disperazione. Il bacio di Florenzi alla palla prima di battere uno degli ultimi corner. La rabbia di De Rossi che diceva a Ventura di mettere Insigne. Il triplice fischio di Mateu Lahoz, il gelo sugli spalti, la corsa a perdifiato delle maglie gialle verso i propri tifosi, le macchie azzurre che si appiccicavano al prato di San Siro, inermi e piangenti. Le lacrime di Buffon, l'incapacità di essere consolati. San Siro, un anno fa, ebbe un solo moto di orgoglio: compatto, fischiò tantissimo Ventura, intonandogli un coro di pancia e di cuore, gonfio di risentimento.

È passato un anno e abbiamo visto la Francia vincere i Mondiali e la nostra Italia, a quei Mondiali non c'è andata. Un anno fa, 13 novembre 2017, il calcio italiano ha toccato il fondo. In questi giorni il destino ha rimesso Ventura di fronte alla parola dimissioni. Piccola rivincita per i tifosi azzurri che non vorrebbero più sentire il nome del ct. Le colpe sono state di tutti, però, non solo del commissario tecnico.

Quel giorno, a San Siro, Ventura sfidò tutti e lasciò in panchina per tutto il match Lorenzo Insigne. Probabilmente le cose non sarebbero cambiate ma parve davvero una provocazione, quella di lasciare fuori l'uomo più in forma e di fantasia del momento. Titolare, e anche quella scelta apparve provocatoria, c'era Manolo Gabbiadini. Jorginho debuttava a centrocampo da titolare in un match ufficiale, il 3-5-2 non fu mai variato, Darmian e Candreva sugli esterni, Florenzi mezz'ala. Insomma: più che un progetto di squadra, sembravano esperimenti. Tentati nel giorno sbagliato.

Di quella squadra è rimasto ben poco. Non ci sono più Buffon e Barzagli, che hanno dato l'addio subito dopo quell'umiliazione. Lo stesso ha fatto De Rossi, che quella sera, imbufalito, disse a Ventura che il suo apporto in campo sarebbe stato inutile. Di quei 14 scesi in campo non fanno più parte del giro della nazionale Candreva, Darmian, Parolo e Gabbiadini. Il secondo, in particolare, è praticamente fuori rosa allo United, Manolo non ha mai dato motivo a Mancini di pensare a lui. Non ci sono, almeno in questo giro di convocazioni, né Belotti, entrato in un buco nero dal quale fa fatica ad uscire dopo l'infortunio, e El Shaarawy. Il Faraone quella sera diede qualche strappo e quest'anno sta dimostrando di poterci tranquillamente stare in questa nazionale. Per ora Mancini non gli ha riaperto la porta.

Di quell'Italia restano Bonucci e Chiellini che ora proteggono Gigio Donnarumma. È rimasto Jorginho, che si è preso le chiavi di un centrocampo che non può fare a meno di lui. E ci sono Florenzi, Parolo, Immobile e Bernardeschi. Sabato gli azzurri rientreranno a San Siro. Saranno passati 369 dalla notte della grande amarezza. Di fronte il Portogallo. Batterlo non ci ridarà il Mondiale e non rimarginerà nessuna ferita, non curerà nessuna cicatrice. Ma ci farebbe rialzare un po' la testa, ci farebbe dire: l'Italia s'è desta.

Giocatori Status attuale
in Nazionale
Status attuale
nel club
Gianluigi Buffon Ritirato Psg, 8 presenze
Andrea Barzagli Ritirato Juventus, 7 presenze
Leonardo Bonucci Titolare Juventus, 14 presenze
Giorgio Chiellini Titolare Juventus, 10 presenze
Alessandro Florenzi Convocato Roma, 14 presenze
Antonio Candreva Non convocato Inter, 10 presenze
Jorginho Titolare Chelsea, 15 presenze
Marco Parolo Non convocato Lazio, 15 presenze
Matteo Darmian Non convocato Manchester Utd, 1 presenza
Ciro Immobile Titolare Lazio, 16 presenze
Manolo Gabbiadini Non convocato Southampton, 10 presenze
Andrea Belotti Non convocato Torino, 13 presenze
Federico Bernardeschi Convocato Juventus, 12 presenze
Stephan El Shaarawy Non convocato Roma, 12 presenze