Prima della riunione della Conmebol, e delle decisioni prese per stabilire il giorno della finale di ritorno di Libertadores, la stessa federazione sudamericana ha comunicato di "aver aperto un processo discliplinare d'ufficio contro il Club Atletico River Plate per gli incidenti occorsi lo scorso 24 novembre in occasione della gara di ritorno della finale" contro il Boca Juniors. La Conmebol informa, inoltee, che "l'apertura del processo è stata notificata al River (ieri, ndr) che ha 24 ore di tempo per replicare e presentare le prove a sua discolpa".
Il rischio, evidentemente, è che il River sia punito per responsabilità oggettiva con la sconfitta a tavolino che consegnerebbe la Copa Libertadores al Boca Juniors dopo il 2-2 dell'andata alla Bombonera. La richiesta del successo a tavolino era stata tra l'altro avanzata dal presidente degli Xeneizes, Daniel Angelici, che già domenica aveva spiegato: "Sono convinto che le partite si vincano in campo, però devo questo ai tifosi del Boca per quello che è successo nel 2015 e abbiamo presentato le carte in modo che la Conmebol si ravvisi. Aspettiamo una risposta dalla commissione disciplinare al nostro esposto, invocheremo tutti gli articoli del regolamento per definire quello che è successo".
La gara, in programma sabato scorso, non era stata giocata per il folle assalto dei tifosi del River Plate al bus che conduceva il Boca allo stadio Monumental . Alcuni giocatori del Boca, tra cui Carlos Tevez, avevano avuto attacchi di vomito e dolori vari causati probabilmente dai gas urticanti lanciati all'interno del mezzo. Pablo Pérez e Gonzalo Lamardo, Leonardo Jara e Nahitan Nández erano addirittura stati trasportati in ospedale per accertamenti.