"Ci avete ucciso il calcio. Ci avete ucciso la voglia. Ci avete ucciso l'allegria e la speranza. Ci avete battuto, violenti". Parole forti, di chi è deluso e arrabbiato per quello che è successo fuori dal Monumental sabato 24 novembre. Le ha scritte sul suo profilo Facebook un tifoso del River Plate, Gabriel Hugo Lanza, che era pronto con la sua famiglia a vedere la finale di ritorno di Copa Libertadores contro il Boca Juniors, la sera stessa della finale dopo essere tornato a casa e sono diventate virali: oltre 60mila condivisioni e 9000 commenti di supporto e sdegno verso quello che doveva essere un Superclásico da sogno ed è diventato un incubo, la vergogna mondiale.
L'assalto al pullman xeneize da parte alcuni tifosi, se così possiamo chiamarli, arrivato in mondovisione ha fatto vergognare a tal punto Gabriel da attaccare tutti, anche chi governa l'Argentina e ha mostrato un'immagine orribile del Paese. Per lui è stata una "cronaca di una morte annunciata", parafrasando un altro Gabriel simbolo del Sud America, García Márquez: "Io mi arrendo, sono esausto, non ce la faccio più. Questo Paese è una m... Questi politici sono una m... (riferimento evidente a Patricia Bullrich, ministro della Sicurezza dell'Argentina e a Martín Ocampo, che aveva lo stesso ruolo per la città di Buenos Aires e si è dimesso, ndr). Il fanatismo è una m... Sono già stufo di essere stufo, già mi sono stancato, disse il poeta".
Poi la spiegazione di alcune dinamiche folli, come i controlli allo stadio per gli accendini da buttare mentre entrano droga e armi o i 300 biglietti trovati a casa dei capi ultras (sequestrati oltre 200mila euro, ndr) che li vendono come i bagarini fino a 20mila dollari per una partita... e poi quello che molti appassionati sospettavano: "Pensate che l'attacco al pullman era spontaneo? Non pensate che lo abbiano pianificato come rappresaglia per la perquisizione? Signori, ci hanno battuto i violenti". E dopo la dimostrazione di vicinanza ai giocatori e allo staff del Boca, una decisione triste: "Non sentivo tanta indignazione dalla notte del gas pimienta, la codardia dei violenti è la stessa. Oggi con tutto il dolore dell'anima e una gran pena nel cuore decido di rinunciare alla passione. Lo dico ai dirigenti sportivi, specie a quelli del River: Mi avete ucciso e un morto non va più allo stadio né paga una quota sociale. Non solo non andrò mai più a uno stadio in questo Paese di quarta categoria governato da inetti, corrotti e violenti, e novembre sarà stato l'ultimo mese in cui ho pagato una quota al River Plate". E un avvertimento, l'ultimo grido di rabbia e dolore, di chi non può vedere il calcio ridotto così male: "Avete fatto piangere i miei figli e questo non si perdona. La Copa Libertadores mettetevela nel c...!".